mercoledì 1 aprile 2015
«Sasha non è solo». Il clochard pestato e ridotto in fin di vita da un gruppo di giovani a Nola adesso ha accanto a sé il vescovo in persona, una casa e la solidarietà di tutta la cittadina del Napoletano. «Sasha non è solo». Lo ripete, monsignor Beniamino Depalma, che subito dopo il pestaggio è andato a trovare in ospedale l'uomo di origini slave. Poi il presule, insieme alla Caritas diocesana, gli ha trovato un alloggio per quando sarà dimesso. Il vescovo è «sconcertato» per l'episodio accaduto pochi giorni fa, in piena Quaresima, «a pochi giorni dalla Pasqua», in una città che non aveva mai conosciuto episodi di xenofobia. «Quel povero cristo è stato davvero malridotto – ha raccontato monsignor Depalma ad Avvenire –. Nessuno avrebbe immaginato un episodio così nella nostra città, una città che accoglie e rispetta tanti immigrati». Al "branco" di giovani (tutti ritenuti di famiglia perbene) il vescovo chiede di «pentirsi». «Ignorano il rispetto della vita. Non si gioca con la vita dei più deboli, degli emarginati. Pregherò per quei ragazzi ma a loro chiedo di assumersi la responsabilità di quanto commesso». Sasha, che è ancora ricoverato, sta ricevendo «un'ondata di fraternità» dai nolani che, come , spiega il vescovo, stanno reagendo «alla violenza con l'amore». Questo sì, per il Pastore, è il modo per prepararsi alla Pasqua.
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