martedì 10 aprile 2018
Arriba Espagna. Ci siamo arrivati, finalmente. Forse adesso tutti cominciano a capire che non è stata la modesta, muscolare Svezia a cacciarci dal Mondiale ma la Spagna che Ventura – dopo averla costretta al pareggio (1-1) a Torino con una Nazionale modesta e prudente – decise di affrontare “alla pari”, con faccia tosta, naturalmente perdendo (3-0) e – come si dice fra perdenti nati – uscendo a testa alta dal Bernabeu. Preparando la disfatta svedese. Così fu anche agli Europei del 2012, quando l'Italia di Prandelli riuscì a non perdere (1-1 a Danzica) il primo confronto con la Spagna giocando con libero e stopper eppoi in finale a Kiev il ct volle affrontarla “alla pari” prendendosi quattro schiaffi. Non c'è nulla di più fastidioso – nel calcio – della sicumera dei Mister Gloriosi (vedi Plauto) che pensano di spaccare il mondo e già crollano in Europa prendendo dure lezioni dal City (Sarri), dal Real (Allegri), dal Barça (Di Francesco, il meno colpevole). Poi danno la colpa ad Aguero, a Ronaldo, a Messi. Al fatturato. Balle. Basta vedere cosa stanno facendo in Italia le Onorevoli Duellanti – Juve e Napoli – affrontando le Provinciali: Allegri subisce De Zerbi e rischia oltraggiosa sconfitta (!) a Benevento, Sarri finisce nella tela di Maran e rischia lo scudetto con il Chievo. Che non si scansa – va ricordato ai dietrologi partenopei – come non si scansano le streghe sannite. Come non si scansa il Sassuolo. Ricordate quando gli emiliani fermarono il Napoli e vennero accusati di esser servi della Juve? Sono gli stessi che domenica sera hanno fermato il Milan. E potevano anche vincere a San Siro, per l'occasione pronto a festeggiare il rinnovo del contratto a Gattuso (dall'ago al milione). Ho letto che Iachini è riuscito nell'impresa giocando con il libero “come il Padova di Rocco”, mitica squadra che quasi nessuno – fra i viventi – ha visto e viene citata un po' per favoleggiare, e ci sta, un po' per evitare la vergogna di dire “catenaccio”. Parolaccia che offende le sensibili orecchie dei “populisti”. Questa è invece la lezione del campionato italiano, abbellito dalle imprese delle provinciali più che dai lampi di fuoriclasse che non abbiamo (adoro Dybala ma gli manca l'applauso europeo: limite suo o colpa di Allegri?). Ammiro quei tecnici – anche giovani – che non buttano via il tanto che c'è di italiano nella lezione calcistica mondiale. Come Gasperini, Iachini, Semplici, Nicola, anche Gattuso, certo De Zerbi. Anzi, sapete cosa vi dico? Per rifare una Giovane Italia porterei De Zerbi a Coverciano. Ma torniamo alla Spagna. Forse non servirà a nulla ma nelle prossime ore vorrei vedere Juve e Roma fare onore al calcio italiano giocando come se fossero... il Benevento. Se tutto è perduto salviamo almeno l'onore.
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