domenica 4 gennaio 2015
«L'illusione (inevitabile) delle stelle». Anche il Corriere della sera, nonostante questo titolo, ha dedicato un'intera pagina a «Lo zodiaco: il cielo come un grande libro in cui leggere il nostro futuro. Le predizioni per 2015». Per giustificare questo suo cedimento alla più diffusa delle superstizioni (mercoledì 31, ma il suo supplemento Io Donna pubblica un oroscopo ogni settimana) ha fatto ricorso al filosofo della scienza Giulio Giorello. Questi conclude una sua breve nota giustificativa con una domanda: «Ma il voler fare a meno delle illusioni non è a sua volta un'illusione?» Giorello era stato molto più categorico nel suo saggio “Senza Dio - Del buon uso dell'ateismo” del 2010. Con questa trovata illusionistica il Corriere dà spazio a quattro astrologi che non hanno certamente molto da dire. Altri quotidiani (Il Giornale e Il Tempo, 29 e 30 dicembre) hanno dato molto spazio agli oroscopi della settimana e dell'intero anno mentre La Repubblica ha dedicato ben 13 pagine del suo Il Venerdì (27 dicembre) all'«Oroscopo 2015», segno che i sedicenti “laici” sanno stare senza Dio, ma non senza lo Zodiaco: un oroscopo d'Autore appare ogni settimana. Da parte sua Il Messaggero pubblica un oroscopo tutti i giorni in prima pagina e poi in una interna. Più furbo, Il Foglio con la sua quasi mezza seconda pagina di oroscopi ha preso in giro – e neanche tanto male (Venerdì 29) – un po' tutti. Per esempio: «Vergine – Con la scusa della fame nel mondo 120 deputati del Movimento 5 Stelle passano nel Pd. Alcuni, non essendo di questo segno, vengono però deferiti ai probiviri del Partito Democratico, che li fa arrestare. Salvini firma l'amnistia». L'astrologo di Repubblica si firma “Horus”, che è il nome di un'antica divinità egizia del cielo con la testa di falco e il Sole e la Luna come occhi. A quei tempi nel popolo ebraico cominciava a prendere forma il testo della Genesi, secondo il quale il Sole, la Luna e le stelle del ”firmamento del cielo” avevano il compito di dividere la luce dal buio, di illuminare la Terra e di indicare i giorni, gli anni e le stagioni. Erano cose serie.VOLGARITÀ È FATTAIl mese scorso sen'era occupato anche Beppe Severgnini, simpatico e bravo giornalista, su Sette, uno dei supplementi del Corriere della sera, ma ovviamente non era servito a niente: la parolaccia televisiva sembra essere ormai una nuova conquista del progresso. Quanto alla carta stampata, il Nobel della volgarità spetta a Il Fatto Quotidiano: sette titoli solo in dicembre, anche a tutta pagina, con termini fortemente scurrili. Seguono Libero e Il Giornale, anche se con molto minore pesantezza. Non si erano mai viste tante volgari ostentazioni come in quest'ultima fine d'anno. Con l'aggravante dell'esistenza di un pubblico che le gradisce: in certe trasmissioni televisive gli spettatori presenti negli studi ridono e battono le mani a ogni parolaccia. I comici lo sanno e ne approfittano. La crisi non è soltanto economica. CINA, CHIESA E LOGICASergio Romano, una delle grandi firme del Corriere della sera¸ spiega a un lettore (martedì 23) il perché delle cattive relazioni fra la Cina e il Vaticano: «A rigore di logica qualsiasi concordato fra queste due Chiese-Stato dovrebbe essere impossibile. Sino a quando la Chiesa romana vorrà essere anche “Stato”, il regime comunista non dovrebbe permettere che i suoi cittadini siano contemporaneamente “sudditi” di una potenza straniera. Ma Cina e Chiesa hanno anche caratteri comuni: un lungo passato e un grande talento per conciliare rigore e duttilità». Bene passato e talento, ma un dubbio logico resta: davvero Romano ha capito che cosa è la Chiesa e che cosa la Cina?
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