sabato 22 febbraio 2020
Scriteriatezze di oggi mai pensate seriamente in passato. Da Oxford, università della leggenda: «Togliamo (dai programmi) Omero e Virgilio in nome della diversità»! Giustamente ieri "Il Foglio" (p. 2): «A Oxford sono impazziti»! Che dire? Prendi atto del preteso anticipo, che sarebbe solo un impoverimento letterario, poetico e religioso da apocalisse culturale. E ci sono anche i ritardi. E per esempio ieri leggi sul "Mattino (p. 16), «Aperti gli archivi di Papa Pio XII», ove un titolo parla di «Carte che illuminano il passato oscuro». Illuminano? Tornano vecchie polemiche che ogni tanto si rincorrono sulla base fasulla di un dramma ignobile, titolo "Il Vicario", pubblicato quasi 20 anni dopo gli eventi, e purtroppo preso sul serio con fantasia e invenzione anche da qualche "storico". La memoria reale è molto diversa, e la vera oscurità è contro la realtà fatta di documenti e soprattutto di azioni e di protezione rischiosissima di ebrei e militari e civili che si opponevano al nazifascismo da parte delle autorità del Vaticano certamente invitate a questo dalle parole discrete e dalle azioni manifeste dello stesso Pio XII, che la domenica successiva alla liberazione di Roma dall'occupazione nazifascista vide in piazza San Pietro – e piccolissimo c'ero anch'io – un popolo che ringraziava il Papa «difensore della città» e della libertà di tutti, comunque credenti e pensanti. Ma il ritardo più ritardato di tutti sempre ieri lo trovo su "Left": 90 anni dopo l'11 febbraio 1929 si pensa di giovare all'Italia con la revoca di quel Concordato, già rinnovato e sperimentato ormai dal 1984 in poi, con beneficio sia della società italiana dal punto di vista economico che della libertà di altre Confessioni presenti nell'Italia contemporanea. Che volete fare? Qualcuno indietro nel tempo si sente in anticipo ma – insisto – è semplicemente in ritardo.
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