Segno dei tempi: l'Oscar a Spotlight nelle cronache dei media vaticani
mercoledì 2 marzo 2016
Sono convinto, e non sono il solo, che tra i diversi lati dai quali guardare il tema “Chiesa e pedofilia” ci sia anche quello della comunicazione. Perché, in molti casi, le vittime hanno cercato, attraverso i media, quel risarcimento morale che la Chiesa negava loro non denunciando i loro aguzzini, e perché, in molti casi, la Chiesa è sembrata più preoccupata di difendere l'immagine pubblica dei propri “quadri” che il bene dei propri ragazzi. Sono non meno convinto che l'argomento abbia bisogno di autori titolati, di lettori pazienti e di pagine capienti.Ma dopo aver concluso il monitoraggio degli ultimi giorni di informazione ecclesiale digitale, dal quale questi temi emergono con una certa nitidezza, vorrei provare a proiettare davanti agli occhi di chi segue questa rubrica almeno un'emozione. L'emozione che prenderebbe colei o colui che avesse letto, 14 anni fa, con grande turbamento, un'onesta cronaca dei fatti di Boston; poi fosse entrato in una strettissima e penitenziale clausura monastica, e ne fosse uscito solo il 29 febbraio. Apprendendo con pochi click del mouse che la vicenda ha avuto un tale impatto sulla vita delle Chiese e delle società occidentali da suggerire di farne un film, e un film da Oscar. Ma anche che la consapevolezza della Chiesa ha fatto tanta strada, dopo quella vicenda e le altre che l'hanno seguita, che un suo vescovo, il più esperto in materia, può raccomandare la visione di tale film a tutti i confratelli vescovi; che “L'Osservatore romano” può titolare «Non è un film anticattolico» la recensione all'Oscar, affidata a una firma femminile (http://tinyurl.com/zed9daw). Che esiste oggi presso la maggiore università pontificia un “Centro per la protezione dei minori”, e che il teologo che lo guida può dire a voce alta, alla “Radio Vaticana” (http://tinyurl.com/jmwwh2h), che la Chiesa, sotto la guida di papa Benedetto e poi di papa Francesco, ha fatto tanto e bene finora, perché «può e deve essere trasparente, giusta e impegnata nella lotta contro gli abusi» e «deve impegnarsi affinché non si verifichino più».
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