domenica 14 marzo 2004
"Segno""doppio: non di doppiezza morale, e negativa, ma di valore. Ieri segnalavo qui che l'8 marzo "Corsera", "Repubblica", "Stampa", "Messaggero" e "Unità", avevano il commento alla Festa della Donna con firma maschile. Oggi aggiungo che "Segno", organo dell'Azione Cattolica, ha affidato a donne i pareri sull'8 marzo: Paola Bignardi, Antonella Patete, Maria Teresa Bellenzier, Paola Ricci Sindoni, Enrica Belli, Maria Giovanna Falella e Katia Paletti. Mi pare un bel"segno: del fatto che spesso certe parole di cattedre "laiche" contraddicono i fatti, e qualche realtà "cattolica", magari se serve altezzosamente definita a parole "arretrata", "medievale", "oscurantista" e "bigotta" è parecchio più avanti dei suoi critici in salsa laicista. E a proposito di segno, ieri sull' "Unità-buon segno", in prima pagina e seguito interno, Toni Jop scrive la protesta lamento di Amos Luzzatto, "Ci ributtano la Croce addosso", che lamenta come sul solito film di Gibson Chiesa e cattolici tacciano: "Il silenzio del Vaticano sul film di Gibson mi sgomenta"" Domanda: ma può il Vaticano come tale mettersi a valutare un film? O si vuole la condanna dell'antisemitismo in sé? Ma allora quante parole e quanti gesti, da Giovanni XXIII in poi, fino a quelle solenni dette, e a quelli grandi dati da Giovanni Paolo II? Non bastano? E che c'entra Gibson col Vaticano? Si chiede un'interferenza di chiesa in campo artistico, magari per poi sparare a zero sulla censura clericale nel momento in cui qualche voce si levi"Tra l'altro stessa "Unità", stessa pagina in cui continua il lamento di Luzzatto, tre colonne di giudizi negativi di parte vaticana e cattolica. Agitatori di scatole vuote in pagina, ma che volete? Boh!
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