sabato 1 giugno 2019
«Di cosa parliamo?», chiede un uomo d'età al compagno seduto come lui sull'unica panchina ancora intera del piccolo giardino. «Non cominciamo con le solite critiche al governo, qualunque sia». «Hai ragione, ma non mettiamoci neppure a raccontare le solite cose che non vanno in famiglia!». « Certo no, e non ci fermiamo neanche sulle cattive notizie che abbiamo sulla vita che conducono i figli, non finiremo più». «Allora guardiamo il giornale, ma nelle ultime pagine, forse ci è suggerito qualcosa di importante». «Inutile parlare di calcio perché tu sai che siamo amanti di squadre diverse e potremo arrivare alle mani!». «Naturalmente dimentichiamo quella che chiamiamo politica perché non voglio litigare con te amico mio». «Allora vediamo cosa ci resta: ecco, l'arte ma non quella moderna che non la capisco». «Allora dobbiamo parlare della bellezza del Colosseo, dell'Arco di Costantino, del Pantheon?». «E perché no? Sognando come dovevano essere splendidi al loro tempo, prima che i barbari venuti dal nord distruggessero ogni cosa e ancora più tardi i ricchi della case importanti di Roma portassero via tutto ciò che era rimasto e che ancora splendeva su quelle mura». «Questo lo sappiamo da un pezzo e ormai non ce ne importa più niente visto che anche agli stranieri piacciono così». «Senti, ma potremmo parlare di tanti Paesi del mondo che oggi si possono raggiungere in poche ore con tutti questi mezzi che la tecnica ci ha regalato». «Sì ma tu li sai usare? Io al massimo uso il telefono, uno dei primi e semplici, per avere notizie di casa, altro non so fare». «Senti, apri il giornale, in quella parte che si chiama Popotus, che è per i bambini o giù di lì, guarda cosa c'è». «Ecco una notizia davvero nuova: in un'isola dei Caraibi, la gente si deve ritirare sempre più al centro perché il mare ne mangia 6,4 millimetri all'anno». «Scusa ma non mi sembra una tragedia!». «No, se metà della superficie, lunga 400 metri e larga 150, già sommersa non continuasse ad essere invasa dal mare e la gente non fosse costretta a ritirarsi sempre più nel poco spazio del centro!». «Sarà come dici tu, ma è così lontano!». «Non è vero, non c'è più niente di lontano, bastano poche ore o un solo giorno e si raggiunge qualunque posto del mondo». «È vero non era meglio quando si scoprivano le foreste, le montagne i paesi ed il mare con il tempo secondo il ritmo del nostro respiro e del nostro commino? Ora si fa tutto così in fretta che non ci basta più la nostra terra!». «Giusto, allora ti accorgi che la nostra vita corre veloce ad esplorare l'universo perché quella sulla Terra sembra troppo breve e ristretta in uno piccolo spazio». «Perché, non ti pare che la fantasia sollecitata dalle immagini che ci vengono offerte ogni giorno dai mezzi di comunicazione non sia già un modo comodo, senza rischi da affrontare e senza spese necessarie per godere di un futuro viaggio di avventure?». «Sì, ma è nato con noi quel desiderio di conoscenza che ci spinge a scoprire da dove veniamo e forse dove finiremo, in un futuro lontano, i nostri giorni che non ci danno pace. Addio amico, a domani».
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