domenica 29 agosto 2010
Robert Horvitz, biologo statunitense premio Nobel 2002 per la medicina, riferisce a Piergiorgio Odifreddi (La Repubblica, venerdì 27) come le cellule «spiegano la filosofia della nostra vita». La scoperta di Horvitz è assai interessante e complessa. In poche parole: «Dalla loro morte dipende in gran parte l'esistenza», perché lasciano spazio alle nuove. Inoltre «la morte cellulare è programmata, ma non è stata programmata da nessuno: tutto si è semplicemente evoluto, senza alcuno scopo». Da bravo ateo, Odifreddi mostra soddisfazione e però chiede: «Allora qual è il vantaggio evolutivo della morte programmata?». Vantaggio? Ma l'evoluzione non era «senza alcuno scopo»? Forse le cellule ne sanno più di chi afferma che nessuno le ha programmate.

CANTA CHE TI NASCE
La cantante Gianna Nannini attende un figlio all'età di 54 anni. Auguri. Sui giornali, pochi giudizi critici e molti entusiasmi. Sul Corriere della sera (giovedì 26), la scrittrice Isabella Bossi Fedrigotti parla di «scelta d'amore». Su La Repubblica (mercoledì 25) la filosofa Michela Marzano afferma che «lo stupore è figlio del pregiudizio» e ritiene che la natura sia ingiusta per le donne, perché «gli uomini hanno sempre avuto la possibilità di diventare padri ben oltre i quarant'anni». Perciò è giusto ricorrere agli artifici medici. Potrei osservare che gli uomini non possono essere gravidi neanche da giovani ma, al solito, non è l'uguaglianza il valore dei due sessi, bensì lo sono la differenza e la parità. L'asserito «pregiudizio» non è che una forma di rispetto proprio per il sesso.

AD AZIENDAM
Il teologo Vito Mancuso è in crisi, perché il suo editore " Mondadori, proprietà di Berlusconi " avrebbe beneficiato di una legge "ad aziendam" che sarebbe stata voluta dal governo per non fargli pagare 165 milioni di tasse rivendicate dall'Agenzia delle entrate. Come si fa, in coscienza, a scrivere di teologia per un editore che si ritiene frodi il fisco? Un problema reale, anche se discutibile. Ma io mi chiedo anche come fa un "teologo cattolico" a scrivere di teologia su un giornale come La Repubblica, che più "laico" non si può?

I GATTI E LA FEDE
Adriana Zarri, firma autorevole di Il Manifesto, ama soprattutto i gatti, ma non ha molta simpatia per i Papi del nostro tempo. Quando c'era Giovanni Paolo II scriveva ogni settimana «il discorso che il Papa non ha fatto». E ora «del pontefice attuale " scrive sabato 21 " certe direttive mi lasciano perplessa». Per fortuna Benedetto XVI «è lui pure un amante dei gatti» e per questo «lo perdono». Questione di fede? No, per Adriana direbbe Dante, più che la fe' poté il felino.
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