martedì 16 maggio 2017
Mi sto convincendo che i misfatti del calcio si consumano spesso in conferenza stampa. Prendete Spalletti, ormai da mesi in plural tenzone con i cronisti romani - particolarmente puntuti - su tutto fuorché sul calcio giocato: Totti sì, Totti no; stadio sì, stadio no; resta o se ne va alla Juve, al Milan, all'Inter; stralci di filosofia all'amatriciana; poi arriva la Juve, la strapazza con senno tattico e forza bruta nata in allenamenti forzati, stravince e va in tivù a lamentarsi e a raccontar toscano della “tigna” di Nainggolan, espediente tattico da celebrare. Prendete Sarri: è nuovo di 'sto mondo, i suoi incontri con la stampa sono all'acqua di rose ma non lo sa e s'infastidisce se gli si chiedono vaghezze e non il Verbo Pallonaro, poi tira fuori storie di soldi, il fatturato che fa risultato e il superingaggio che gli piacerebbe avere “per arricchirsi”, dimenticando d'esser stato per anni impiegato del Monte dei Paschi di Siena ed è fortunato che qualcuno non gliene chieda conto. Poi arriva il Torino del Mihajlovic furioso e lo umilia dopo i fasti e nefasti del Derby: è forse ora di riflettere - senza piangere, ma con amarezza - sul latte versato, sui punti regalati al Sassuolo, al Palermo, all'Atalanta e alla Squadra Qualunque, che averli voleva dire scudetto. E arriva lui, il Signor Scudetto, Allegri, alla vigilia di Roma Roma (domani è Roma laziale, Coppa Italia) e ritrovo le note dettate ai blog fedeli da una sorta di Minculpop bianconero: «Allegri è pronto a sorprendere: cambio modulo, turnover e Dybala a riposo. Sarà 4-3-3 non 4-3-2-1. In difesa resiste solo Bonucci. Largo a Sturaro». Così parlò Zarathustra il sabato. Poi la Roma cattivissima gli rovina la domenica, affonda la Juve presuntuosa che si ritrae spaventata da De Rossi e Nainngolan, due belve, mentre in panchina Chiellini e Barzagli spalancano gli occhi, increduli, come dire “ah, se ci fossi io...”. Lo scudetto trentatrè (si può dire?) è solo rinviato, “tanto - dicono - adesso c'è il Crotone...”. (Il Crotone tecnicamente è quello che è, in assoluto la squadra più ammirevole del campionato). Ma riecco Allegri dopo la batosta: «Ci siamo addormentati, il turnover non c'entra». E qui ti volevo. Ho passato anni a sparlare del turnover. Avevo addirittura una ribalta televisiva, il sabato, dalla quale lanciavo serenissime invettive contro i turnoveristi. Mia vittima abituale Walter Mazzarri che se m'avesse dato retta, col suo bel Napoli avrebbe vinto uno scudetto prima che la Juve diventasse una macchina da guerra. Così la Juve quasi signora d'Europa, con una difesa monstre e attaccanti micidiali, viene smontata pezzo a pezzo, lasciando che il dominus del suo gioco sia Sturaro. Basta là. Ora Lazio, Crotone, Bologna, Real Madrid. Sarà Triplete? Biplete? Monoplete?
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI