domenica 26 aprile 2009
L'evoluzionismo, secondo i «neo-darwinisti», investe anche la religiosità. Gilberto Corbellini, che insegna storia della medicina e bioetica alla Sapienza di Roma, lo spiega su La Stampa (mercoledì 22): a Darwin «la credenza in Dio non sembra innata» e, dunque, le religioni «sono adattative», cioè risultanti di un «adattamento» del cervello o, più precisamente, «un tratto culturale adattativo, selezionatosi nel corso dell'evoluzione». Sono anche, però, «un sottoprodotto di caratteristiche cognitive che non funzionano in modo ottimale e inducono a credere in cose prive di realtà». Un neodarwinista, David Sloan Wilson, biologo evoluzionista della Binghamton University (NY, Stati Uniti), ha scritto un libro, che Corbellini recensisce e che "dimostra" questa tesi. Un altro studio, però, di due professori universitari: Paolo Legrenzi e Carlo Umiltà, demolisce quella che proprio La Repubblica (martedì 21) definisce «neuromania», cioè l'idea, parallela all'evoluzionismo, secondo cui «le funzioni superiori del cervello possono essere inscatolate in moduli rigidamente separati: qui l'area del senso estetico, lì quella delle decisioni economiche, più in là il modulo di Dio [...] accanto i centri della morale. E spedisce in soffitta la mente per concentrarsi sulle azioni». Tutte cose che si potrebbero vedere, come i tumori o gli aneurismi, con la risonanza magnetica. Ora, però, Repubblica ne parla come di «una moda che non funziona». Ai fondamentalisti neo-evoluzionisti, che vanno ben oltre la teoria di Darwin, dovrebbe interessare, poi, anche la «delusione genoma» ovvero la scoperta (Corriere della sera, sabato 18) che la mappa del Dna umano non è per nulla in grado di prevedere tutte le malattie che ci minacciano. Allora com'è possibile che, mentre tutto si evolve, l'unico a rimanere immutabile sia il neo-evoluzionismo, che, circa la religiosità e la fede, propone ancora oggi le stesse idee su Dio che giravano assai prima che Darwin nascesse?

FUOCO A VOLONTÀ
«Basta immigrati - Vogliono farci sparare». Il titolo a tutta prima pagina con cui Libero commenta (mercoledì 22) la vicenda dei 140 disperati della nave Pinar forse è provocatorio, ma è anche esplicito. Nell'articolo è scritto: «Vogliono ridurci a sparare contro i barconi. L'Europa ci lascia da soli [...] I maltesi se ne lavano le mani, gli spagnoli sparano alle frontiere, chiarendo ai migranti qual è il loro atteggiamento, e noi muoviamo la Marina per fare gli umanitari [...] Gli spagnoli, per capirci, non devono soccorrere la gente che arriva a piedi, non hanno obblighi umanitari, quindi aprono il fuoco su chi cerca di violare la loro legge che regola l'immigrazione». Viva Zapatero, insomma, che ha licenza di uccidere, e gran brutto destino il nostro " mi sembra di capire " che non possiamo copiarlo...

8 PER MILLE APPETITI
«Otto per mille: boom di firme per i valdesi», titola Liberazione (martedì 21). Sono arrivate al 13%. In più «i fondi che i valdesi ricevono dallo Stato potrebbero aumentare ulteriormente», perché si sta per concludere un'intesa, che aprirà anche ai valdesi «l'accesso alla ripartizione delle quote non destinate nella dichiarazione dei redditi», cui in origine avevano rinunciato per fare un bel gesto, ma l'appetito vien mangiando. Quando questa medesima ripartizione spetta ai cattolici si alza un mare di proteste. Quando tocca ai valdesi, invece, va benissimo e Liberazione esulta.
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