giovedì 11 giugno 2009
Dicono che Ceronetti scriva così bene da poter dire tutto; lui pare crederci e perciò «in giornata elettorale» " "La Stampa", 8/6, p. 1: «Nelle urne la paura dell'islam" " con una sola fava vuol prendere due piccioni grossi. All'inizio ce l'ha con «il trionfo islamico di Obama» al Cairo e con l'eco «trionfalista-pacifista» suscitata nei media, poi però alza il tiro sul Papa, anzi sui due ultimi Papi. Per lui è chiaro che stiamo camminando a marce forzate verso «l'islamizzazione europea». Sbaglia perciò Obama a fare discorsi di apertura al dialogo, ma soprattutto sbaglia «la Chiesa cattolica» che in pratica per tante ragioni " lui le elenca: bioetica, rifiuto del laicismo, futura spartizione religiosa tra monoteismi, ecc. " proclama che «l'islam è vincente». Leggi e trasecoli, ma lui pensa di avere le prove, che sciorina in pagina. «Il Papa Ratzinger si è arreso subito (all'islam) dopo il pallone sonda di Ratisbona» e quindi oggi agisce " alla lettera! " come «Pio XII» che pensò «meglio Hitler che Stalin», e dunque pensa «meglio l'islam che il controllo delle nascite, che un'Europa giacobina, che i matrimoni gay, che una sfrenata libertà e rivincita matriarcale delle donne. Se è messa in dubbio la patriarchia, la Chiesa drizza muri e l'islam fa guerra. La loro alleanza non è innaturale». Che dire? Che è un peccato prendere troppo sul serio gli elogi altrui. Talora se ci credi ti senti più in alto di tutti, come il filosofo appiccato come un pallone al soffitto ne «Le Nuvole» di Aristofane, o ti fai grosso da solo, come la rana della favola. Basta un pic! Rimane solo un soffio.
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