giovedì 24 ottobre 2019
Lupus con scuse: martedì dopo aver constatato l'uso della violenza anche da parte di noi, Chiesa, la mia conclusione raccomandava "la memoria", e invece nel testo avevo confuso la strage degli Albigesi (22 luglio 1205) sotto Papa Innocenzo III, con quella degli Ugonotti nella notte di San Bartolomeo (23/24 agosto 1572) sotto Papa Pio V. Nel caso tradivo la memoria - me lo ha fatto notare anche un lettore, che ringrazio - e tuttavia la tesi che sostenevo nell'articolo non solo non è smentita, bensì rafforzata e indica che chiunque oggi parli di "spada della fede", di "mura" da costruire, di "crociate" da indire contro "creature fratelli" tradisce il mandato della salvezza, perché Gesù, Dio e Figlio di Dio, è Salvatore di tutti gli uomini e chiama tutti alla vita e all'eternità. Così si tradiscono i comandamenti di Dio con quelli del potere umano, quale che sia la sua natura. In pagina vale oggi ("Messaggero", 21/10, p. 15) anche a proposito del rinnovamento del cosiddetto «Patto delle Catacombe» (10/11 1965) in prossimità della chiusura del Vaticano II, con l'appello per una «Chiesa serva e povera». Infatti, oggi c'è chi, pur presentandosi come esperto di storia, osa chiamare «congiurati» i vescovi che in occasione dell'attuale Sinodo ne rinnovano la memoria. Chiesa serva e povera: è l'unico modello di Chiesa che viene fuori dalla lettera e dallo spirito del Nuovo Testamento intero: Maria è «la serva del Signore», Gesù è «il Servo sofferente» e il Papa è da secoli «servo dei servi di Dio». La fede vera è da sempre un "ministero", cioè un servizio, non un "privilegio" per dominare. Gesù che lava i piedi degli apostoli non è un'invenzione brillante di don Tonino Bello: si sa, non un ribelle alla memoria e imitazione di Cristo. Ambedue, Signore e discepolo, con quel grembiule offerto a salvezza di tutte le creature.
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