venerdì 9 agosto 2019
È il dicembre del 1943 e nel Lazio meridionale sta per scatenarsi quella che passerà agli annali come "la battaglia di Montecassino", con il bombardamento e la distruzione dell'abbazia. I civili cercano rifugio sui monti e tra questi 41 abitanti del paesino di Vallerotonda, soprattutto donne, bambini e anziani. Il 28 dicembre i civili vengono sorpresi da una pattuglia tedesca nel bosco di Collelungo e fucilati all'istante, in maniera tanto cruenta quanto immotivata. Tre civili si salvano, perché finiscono sotto i corpi di parenti e amici e fingono di essere morti, ma alla fine il bilancio sarà di 42 vittime, perché al gruppo si erano aggiunti quattro militari della Marina allo sbando.
A distanza di 75 anni da questa storia un po' dimenticata, ma sempre viva nelle popolazioni locali e tramandata come l'eccidio di Collelungo, sono arrivate le scuse ufficiali da parte della Germania, tramite il consigliere d'ambasciata Alexander Schmitt, intervenuto domenica scorsa ad una cerimonia tenutasi proprio sul luogo della strage. E per dare ancora più forza al momento di pacificazione, l'altro ieri il sindaco di Vallerotonda, Giovanni Di Meo, ha deposto una corona di fiori nel vicino sacrario militare germanico di Montecassino, dove riposano oltre 20mila giovani soldati tedeschi morti in Italia durante la seconda guerra mondiale.
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