giovedì 11 febbraio 2016
Due facce diversissime della stessa medaglia, Napoli è anche questo. Qualche giorno fa, quattro ragazzi minorenni venivano arrestati per aver compiuto undici rapine in pochi mesi a supermercati, stazioni di servizio e farmacie, dopo un vero "addestramento" sul campo. Una "scuola di ladri" organizzata da un ventunenne. Negli stessi giorni, in una palestra a Monterusciello, quartiere di Pozzuoli, tre ragazzi, anch'essi minorenni, accolti nella comunità Mamma Matilde dei salesiani di Torre Annunziata, in provincia di Napoli, vincevano medaglie e premi e salivano sul podio di una gara di canottaggio simulato. Erano stati scelti a partecipare al progetto sportivo ideato e organizzato dal Centro di Giustizia Minorile di Napoli, in collaborazione con il Circolo Canottieri Nesis.Nando, Ciro e Islam, i tre ragazzi vincitori, dopo due mesi di seri e costanti allenamenti, hanno afferrato con le proprie mani il frutto di tanto lavoro e impegno. «È la testimonianza del valore e della forza educativa che lo sport raggiunge quando viene praticato con trasparenza ed onestà», commenta don Antonio Carbone, responsabile delle comunità residenziali salesiane per minori del Sud. «C'è chi va a scuola di rapine e chi a scuola di vita – aggiunge –. Chi persevera negli errori e chi si redime già dopo il primo. Il confine è molto labile, la differenza, però, è notevole». E chiede un applauso «ai nostri ragazzi e a tutti quei giovani che trovano il coraggio di scegliere il bene dopo aver conosciuto il male».
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