sabato 3 agosto 2019
Scrivere il primo sabato d'agosto quando finalmente si può gettare via il giornale e sdraiarsi sulla spiaggia e ascoltare a occhi chiusi il sospiro del mare che hai appena raggiunto dopo ore di fila di autostrada? Chi pensi voglia condividere immagini negative o quelle poche positive che i quotidiani ci regalano ogni giorno, mentre è invece così riposante usare la sedia a sdraio che ti offre anche il più semplice albergo, per guardare con gli occhi socchiusi il ricamo che le montagne lasciano del loro profilo perché tu possa goderne? Forse qualcuno alla sera, stanco di quella aria nuova ti aprirà, povero quotidiano risultato di tante piccole fatiche o di tanto studio, di ricerche e di soluzioni di pensiero che hanno tenuto fermo davanti alla macchina da scrivere chi forse in quel momento avrebbe cambiato il proprio posto con quello del lettore. Scrivere per tenere compagnia, scrivere per sostenere un'idea, per offrire soluzioni a chi manca di fantasia, per cercare assieme strade utili e facili da scoprire che altri non hanno saputo suggerire. Scrivere per immaginare nuovi orizzonti di vita, per togliere il velo d'ombra che nasconde il dolore di chi non ha voce per chiamarti, mettere in fila una parola dietro all'altra per regalare la tua gioia di un giorno a chi non ne riceve mai. Infine passare agli altri quella serenità che la natura ti ha regalato forse senza compenso quasi non ne dovessi pagare il conto. Scrivere non è sempre diffondere notizie, dare a chi non ha tempo il modo di essere presente ai fatti del mondo vicino e lontano, ma spesso è chiedere anche una partecipazione d'animo ai passi di questa umanità che sembra correre, senza quasi rendersene conto, verso un futuro sempre più ricco di inaspettate novità. È l'animo umano che segue la propria fantasia, alla capacità di inventare storie nuove, come una volta ci raccontavano i vecchi nonni, che invece oggi stiamo scoprendo in realtà che trasformeranno presto il futuro della nuova generazione. Se il passato sul quale ancora camminiamo ci aiuta a non temere del futuro, proviamo ad aprire intelligenza e volontà verso gli anni che verranno con il proprio canto nuovo e regaliamo coraggio ai nostri giovani perché non temano di camminare su strade nuove e forse difficili. Le novità nel campo del nostro orizzonte sono infinite, mentre quel buio che costruiva le nostre notti si rivela immensamente abitato da mondi che lasciano colori di fuoco e da sfere che hanno una vita propria e che sembrano invitarci a scendere e scoprire i loro confini. Allora potremmo sognare di avere tutti vent'anni, di indossare il casco d'argento e volare nei cieli per sentirci, senza paura, padroni di quell'universo che ci è stato regalato perché lo amassimo da piccoli e da grandi, da giovani e da vecchi in un canto di gloria.
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