giovedì 19 marzo 2015
Le librerie mi intimoriscono; percepisco l'eccesso come predisposizione al collasso e diminuisce il tempo di sosta: devo sbrigarmi, acquistare ed uscire prima di essere travolto. Seziono e catalogo bancali ed esposizioni in categorie pregiudiziali, sguardo indagatore e sintetico: la pornografia come dimensione educativa, la blasfemia come affermazione di libertà, la fantasia come uso e consumo della realtà senza trarne soddisfazione. Resta poco, in quel poco mi permetto di indugiare, allertato da riferimenti, ricordi, informazioni, e disponibilità al caso. Ci sono libri che sembra ti aspettino, quando succede trovano modo di finirti in mano. La critica letteraria dovrebbe servire a questo: intermediaria tra produzione e fruizione; funziona, nella mia esperienza, più in negativo che in positivo. Sono le stroncature, specie quelle biliose, che m'allertano ma è un giochetto troppo facile non può rendere giustizia a ciò di cui non si parla e nasconde il proprio valore nel non essere parlato.Esco con tre libri: le copertine sono tra le più brutte fra le esposte, due disgustose per colore, una viscida al tatto. Alle elementari ci insegnavano a ricoprire i libri per non sciuparli nell'uso, dovrò ricominciare a farlo per non sciuparne il senso.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: