Scopriamo la felicità che passa inosservata
giovedì 26 novembre 2020
«Torneremo ad abbracciarci?». La domanda di Mattia, quindici anni da compiere, mi lasciò impietrito. Mattia, giocatore di rugby da quando ne aveva sei, arcigno, carattere legno mogano. Vietato esternare emozioni da femminuccia. «Insomma, dannazione! Io voglio abbracciare i miei amici dopo una mèta o davanti a una pizza. Sono stanco di questa situazione. Torneremo ad abbracciarci?». Potevamo abbracciarci gratis e non lo sapevamo. O meglio, lo davamo per scontato. Il contatto quotidiano, le pacche sulle spalle, le strette di mano. E gli abbracci, quelli stretti e caldi: un lontano ricordo. Cosa resterà ai bimbi che vivono questo distanziamento forzato? E agli adolescenti? I primi baci, i primi schiaffi, tutto ciò che alberga nei nostri ricordi di adulti, momenti felici o drammatici di una vita che fu, vissuta senza mascherine, gel e distanziamenti forzati. Tutti ricordi pulsanti. Che, in un angolo della nostra mente, brillano come la fiamma pilota della caldaia. Sembra di essere in un film. Ecco, preferirei essere Truman in questo momento, il protagonista del capolavoro The Truman Show di Peter Weir del 1998: vorrei scoprire di essere al centro di un enorme spettacolo, dove tutto è finto. Invece no, viviamo tutti questa situazione quasi cinematografica, dove le abitudini di una vita sono diventate un lusso, un miraggio. «È la semplicità timida e queta / che si tramanda come ammonimento / come un segreto di virtù segreta / perché ognuno raggiunga la sua mèta». Giuseppe Adami, scrivendo questa romanza da camera per Giacomo Puccini (Morire?) si interroga sulla vita e sulla morte. «La semplicità timida e quieta di un abbraccio si tramanda perché necessità vitale, Mattia», gli dissi. «Hai ragione. Quando questo incubo finirà pensiamoci», replicò lui deciso, come un rugbista pronto a fare mèta, «pensiamoci a quanto varrà un abbraccio, una stretta di mano, una pizzata con gli amici quando tutto tornerà a essere scontato». Quando la vita si farà di nuovo corsa senza arrivo pensiamoci, perché la felicità troppo spesso passa inosservata. E la libertà pure.
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