mercoledì 24 settembre 2014
La Ciona intestinalis ci somiglia. Ma solo allo stadio larvale. È allora che l'organismo marino – perché di questo si tratta – presenta un patrimonio genetico e un sistema nervoso paragonabili, seppure in una versione miniaturizzata e semplificata, a quelli dell'uomo. Cosa che ha reso possibile utilizzare la Ciona in uno studio a firma italiana – pubblicato sul numero di settembre di “Nature Communications” – e identificare il ruolo di una molecola che spinge le cellule embrionali non specializzate a scegliere il proprio destino: se diventare una cellula pigmentata oppure una cellula del sistema nervoso. La ricerca – coordinata dalla biologa Filomena Ristoratore – è stata condotta nella Stazione Zoologica Anton Dohrn di Napoli: grazie alla sinergia di una serie di tecniche di biologia molecolare, biologia informatica e di “system biology” sono stati identificati i geni che svolgono un ruolo chiave nell'indirizzare lo sviluppo delle cellule pluripotenti del sistema nervoso centrale dell'embrione. Nell'uomo, le cellule pigmentate sono coinvolte anche nella colorazione dell'iride e nei processi visivi e la mutazione delle molecole che le caratterizzano possono causare difetti genetici. Per esempio l'albinismo. L'analisi della funzione dei geni identificati dallo studio, consentendo di trovare nuovi marcatori associati a malattie genetiche della pelle e degli occhi, potranno portare a studiare e combattere con maggior successo l'albinismo – appunto – e altre severe patologie.
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