sabato 24 giugno 2017
Ieri (p. 7) un giornale, nome identico a uno dell'Urss, dichiara «profetico» un libro del 1996 di Ida Magli, scomparsa nel 2016 e nota anche perché talora ha percorso strade secondo mappe volutamente falsificate. «Profetico»? Sì, perché violentemente contrario a «immigrazione e multiculturalismo» in polemica «laica» anche per oggi con l'attuale problematica civile. Poteva bastare? Non è bastato. Stesso giornale in due intere pagine successive (8-9) stessa musica contro immigrazione e Ius soli e culturae, ma con un lungo scritto del 2000 dell'arcivescovo di Bologna e cardinale Giacomo Biffi, scomparso nel 2015. Un colpo «laico» di Magli e uno «cattolico doc» di un cardinale… Ma il vero obiettivo della “Pravda” nostrana in pratica è la Cei e direttamente papa Francesco, come presunti fautori di immigrazione selvaggia e catastrofica. Chi è informato sa che non è così, ma certe polemiche non vanno per il sottile, e volentieri alzano il tiro. E infatti in rete ieri, annunciato con squilli, arriva un attacco persino più violento e mirato direttamente al Papa a firma di un «teologo italiano» con nostalgie di Chiesa e soprattutto di liturgie preconcilio. Egli infatti scrive allarmato che, testualmente, «nella Chiesa è in corso una crisi per l'insegnamento e l'autorità del papa» e conclude trionfale il suo lungo ed emozionato «ragionamento» invitando personalmente papa Francesco alla «conversione», facendo sue le «le parole di Cristo a Pietro: “Et tu autem (sic! Ndr) conversus confirma fratres tuos”». Accorato e vigile, lui! Ma con due note: la citazione latina è sbagliata – al posto di autem andava aliquando – e, ancor più importante, ogni cristiano deve convertirsi a Cristo, anche papa Francesco, ma lui fin dall'inizio ha messo in calendario (EG. n. 32) anche «la conversione del papato». E già: «il Vangelo da annunciare» è esigente: anche per i nostalgici del passato.
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