martedì 30 giugno 2020
Sconcezze tristi, ma con sorriso. Ieri intervista a Vittorio Sgarbi in prima e tutta p. 7 de “La Verità”: «La mia foto trascinato fuori dell’aula accostata a quella di Caravaggio? È il mio capolavoro…Mostrandomi come Cristo… Ecco, non sono più un uomo, ma un’opera d’arte. Il mio corpo mistico è stato come quello di Gesù… E a Gesù si dovrebbe chiedere scusa. Comunque, tra qualche giorno risorgerò». Promessa? Speranza che chieda scusa lui! Che dire? Sicuro che in certe pagine alle follie sembra non esserci limite, ma per favore che proprio lì almeno si smetta di agitare accuse di blasfemia ed eresia a casaccio! Per arrivare all’altezza – o il suo contrario? – della autoidentificazione con Gesù ce ne vuole, ma spesso su quelle pagine tira aria di altre sconcezze con obiettivo fisso nella realtà vissuta dell’attuale Chiesa Cattolica, guidata da papa Francesco sulla via vera della imitazione di Cristo, ma di frequente certi commenti, apparentemente dotti e colti o volutamente offensivi e tirati all’eccesso sono tranquillamente pubblicati… Speriamo che qualche bassezza abbia fine… Per oggi finito anche qui? No! Ieri un sorriso. Sul “Fatto Quotidiano” (p. 22): «Vita di un uomo gentile. Stan Laurel, detto “Stanlio” si racconta l’umanità sorridente e il segreto del successo comico esilarante e sereno del compagno di avventura del grassone Ollio che sugli schermi ha accompagnato per tanto tempo e ancora oggi in rete, il buon umore successivo alla fine della Seconda guerra mondiale. Sorridente serenità, spesso irrefrenabile ilarità con i nomi di questa coppia terrenamente immortale: un genio comico talmente irresistibile da costituire quasi un piccolo tesoro capace di resistere al logorio degli anni. Il primo film della mia vita fu uno loro: Fra’ Diavolo… Sorrisi fino a oggi. Grazie! A nome di tanti…
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