venerdì 14 giugno 2013
Scienza e fede. Ad aprile gran convegno di "Repubblica" su una fede (messa, nel programma, in forte minoranza) e una scienza dichiaratamente a essa estranea e quasi sempre opposta. Capita spesso, così, di trovare pagine mirabolanti per scoperte dette "scientifiche" con blindata sicurezza anti-fede, ma raramente accenni ai limiti della scienza. Domenica p. es. ("Sole24Ore", Supplemento, p. 25) Gilberto Corbellini anticipava divertito un brano del suo pamphlet contro le futilità antiscientifiche correnti che ingannano ancora le masse inventando magari i rischi di un "pescefragola" inesistente. Tu sorridi, ma con riserva. Due giorni prima infatti sul "Corsera" (8/6, p. 27) annuncio mirabolante: «Scoperto in Cina. Un antenato di 55 milioni di anni fa cambia la nostra idea di evoluzione (e) anticipa la divisione tra uomo e scimmie». È «l'archicebus achilles… 30 grammi e la taglia di un topolino». Un particolare del tallone – ecco Achille! – annuncerebbe il primo "salto" verso gli antropoidi, «un grande passo verso la decifrazione delle prime fasi dell'evoluzione» nostra. Si pensava all'Africa, finora, e invece è Asia. Insomma: «Venghino, venghino, siori!». Alla fine però l'annuncio mirabolante si stemperava in mille forse. Nel genere "mirabolante" ancora "Corsera" l'altro ieri p. 29: «Scienza: evoluzione e protesi. Ecco come saremo tra centomila anni… Avremo sensi e capacità cognitive più potenti». Su mezza pagina leggi seriamente di «occhi enormi per poter vedere anche su pianeti distanti dal sole, narici larghe per respirare anche in atmosfere rarefatte». Tra centomila anni, ma perbacco, già sul "Corsera"! È la stampa... Che, per fortuna, ogni tanto dà ben altro, e così sempre lì ("Sette" del "Corsera", 26/4, pp. 64-65) a sorpresa Margherita Hack: «La scienza sa il come, non il perché della vita», e «per essere buoni scienziati… non necessariamente bisogna essere atei». Lo sapevamo, ma pare comunque una notizia…
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