giovedì 3 settembre 2020
Logica ballerina anche dove meno l'attendi. Ieri (“Corsera”, p. 33) il professor Claudio Tuniz, illustre scienziato, spiega come «il cervello dell'homo sapiens si “adatta” alla Rete» e quindi che «l'esistenza umana (è) condizionata dal digitale». Un fatto ovvio, ma per essenza marginale, se pensiamo al cervello dei grandi del passato anche lontano, da Platone a Leonardo da Vinci, da Michelangelo a Einstein... Ma poi leggi che l'uomo di scienza vuole dimostrare l'evidenza anche così: «Per esempio, registrando i numeri di telefono nella memoria di un telefonino gli affidiamo informazioni che un tempo avremmo tenuto nel cervello. Così non ricordiamo più i numeri, né facciamo calcoli»... Sarà vero, ma c'erano apposta i libretti rubrica! Non è sconvolgente... Con tutto il rispetto talora una sorta eccessiva di logica diventa illogica. Ancora ieri in molte pagine la notizia che negli Stati Uniti qualcuno ha buttato giù una statua a Cristoforo Colombo, “sostituendola” con quella di un transessuale. Capita di questi tempi! Non dovrebbe capitare invece, come successo ieri sul “Foglio” (p. 3: «Il Papa rimandato sulla globalizzazione») un ostile malinteso per il quale secondo Francesco la povertà sarebbe «una condizione da ricercare, non da superare, uno stile di vita più che una condizione della quale liberarsi», e «lo sviluppo economico non è la strategia per la crescita… ma la causa di tutti i disastri sociali e ambientali»! «Non chiaro – per il “Foglio” – nemmeno il carattere religioso del messaggio»! Segue la scontata intimazione. Siamo a settembre, mese dell'esame “di riparazione” e quest'anno “Il Foglio” lo fa al Papa: «rimandato»! Qualcuno in redazione chiarirà che la povertà da combattere, per il Papa e per il Vangelo, è la miseria, e che questo dice la scelta dei poveri, non la moltiplicazione dei “miserabili”? Sarebbe logico, per un cervello umano normale: con o senza “rete” digitale.
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