giovedì 13 dicembre 2012
Grandi annunci con flop. Un ritaglio spunta dalla scrivania: «Un grande scienziato spiega la nascita e il destino dell'umanità» ("L'Espresso", 25/10, pp. 116-119). Dialogo solenne con Jan Tattersall: un «aiuto a capire ciò che ha reso la nostra specie insuperabile, dalla posizione eretta al linguaggio, dall'intelligenza all'espressione simbolica». «Nascita e destino»: quasi tutto! Leggi che «l'albero genealogico dell'uomo è nato in Africa», che «condividiamo il 98% del genoma» con uno scimpanzé che però «non sa articolare il suo stato mentale e darsi risposte… se solo potesse parlare sarebbe uno di noi, ma non possiede questa facoltà». Dunque «non siamo una versione migliorata di loro, ma una presenza senza precedenti nel nostro pianeta… anche per potenziale cognitivo». E allora? «Nascita e destino dell'umanità» restano ancora non spiegate e, lì accanto, l'annuncio glorioso del Festival della Scienza a Genova, ove illustri cervelli affrontano grandi temi come la "Teoria del Caos", è solo trappoletta pubblicitaria. Che dire? Niente, salvo che un «soprattutto cattivo» nel titolo fa venire in mente una specie di "peccato originale" – singolare, vero? – e in sostanza che noi, umanità, restiamo un mistero. E già! S. Agostino: «Io sono divenuto, per me, una grande domanda e una inestricabile complessità». E – sia concesso il salto – ieri e l'altro ieri annoti anche ("Corsera", "Repubblica" e altri) l'invasione di paginate intere in tema di Annunciazione a Maria nella grande arte di secoli: dal Beato Angelico fino a noi… Già: va a finire che per «nascita e destino» dell'umanità l'essenziale si trova altrove. Con buona pace di "spiegazioni" che non spiegano niente.
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