martedì 15 dicembre 2015
Sul Giubileo, “Libero” (7/12, pp. 1 e 12): «dall'8 dicembre i sacerdoti potranno perdonare anche peccati gravissimi, come quello dell'aborto (e) riservati alla Sede Apostolica» che «in questa circostanza eccezionale sono: la profanazione dell'Eucarestia, l'assoluzione del complice, la violazione del sigillo sacramentale, la consacrazione del vescovo senza autorizzazione del Papa, l'offesa al Pontefice». Che follia! Salvo il perdono per l'aborto, con pentimento e confessione, è tutto un falso! E si aggiunge subito il commentino, tra famigliare e sarcastico: «Quella cattolica è del resto la religione del perdono e della misericordia, da applicare fino in fondo». Così, «fino in fondo», anche la falsificazione: ignoranza evidente o manipolazione voluta su pagine dove si è usi insultare «questo Papa» che «non piace» perché ad altri «piace troppo»? Sappiamo solo che i pregiudizi fanno sempre danno. Altro esempio, fronte culturale opposto. Michele Sasso (“Espresso”, 10/12, pp. 86-89: «Chi vuole “guarire” i gay») ce l'ha con la «Chiesa cattolica (che) pretende di curare gli omosessuali». Ha partecipato «in incognito» a riunioni – per lui «mix di fanatismo, auto-punizione e tecniche mutuate dai gruppi di alcolisti» – con persone che cercavano di uscire da situazioni nelle quali si sentivano a disagio. Un fatto: qualcuno non si sente bene e cerca aiuto. Che fare? Rispettarne la libertà accogliendo, ascoltando, consigliando oppure per far contento Sasso cacciarlo via e convincerlo a forza che “deve” sentirsi bene, e se non ci riesce è tutta colpa della Chiesa cattolica? È possibile ascoltarlo e aiutarlo a sentirsi meglio. Lo ammetto: conosco un gay arrivato fino alla prostituzione folle di sé, che ha chiesto e ottenuto aiuto psicoterapeutico e spirituale, e che è sposato e padre felice.
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