martedì 10 marzo 2009
Grandi emozioni per la bimba di 9 anni violentata, incinta di due gemelli e fatta abortire. Nel Codice canonico cattolico valido anche in Brasile c'è da sempre per chi liberamente e volutamente opera e coopera all'aborto la scomunica automatica ("latae sententiae"), senza alcuna dichiarazione, prevista per altri pochi casi, tra cui anche la illegittima consacrazione di vescovi, che nel 1988 colpì Lefebvre e i quattro vescovi tornati ora alle cronache. Due casi "canonicamente" paralleli. Singolare, però, che chi ora protesta contro la mancanza di pietà della Chiesa per il caso del Brasile, ieri sia stato a favore della scomunica per i lefebvriani, e abbia protestato per la sua "remissione". Due scandali falsi: nessuna "sentenza spietata" di Chiesa brasiliana e Vaticano. La scomunica degli altri - non certo della bimba, Ndr - già scritta nel "Codice" va da sé, ma tutto l'evento invoca tanta pietà e doverosa solidarietà. Pietà per le tre vittime, la bimba e i due esserini sacrificati, e anche tanto dolore responsabile per il fatto che non sia stato possibile condurre la terribile storia ad una soluzione diversa, di vita più umana e meno infelice per tutti e tre, la bimba-mamma e i due gemellini. Spiace dunque leggere certe righe ingiuste e con malinteso tutto ideologico, p. es. di Adriano Sofri su "Repubblica"(7/3), per il quale "un arcivescovo, in Brasile, ha scomunicato senza appello"" Non era meglio, e anche più umano, garantire la vita, seriamente e con impegno di tanti, a tutti e tre? Dolore e rimorso per tutti, allora. Certi scandali non costano nulla, anche se fanno fare bella figura in pagina.
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