E' mio amico il bambino con i fiori nei capelli
martedì 3 maggio 2022

David è un bambino solare, dolce e gentile con i compagni e con tanti pensieri positivi in testa che sembrano fiori colorati. Lo descrive così il suo migliore amico e compagno di scuola e giochi, voce narrante di questo albo, scritto e illustrato da Jarvis, graphic designer e animatore digitale, Il bambino con i fiori nei capelli pubblicato dall’editore Lapis (15,90 euro). Tutto nella norma il racconto di un’amicizia che si nutre di divertimento, chiacchiere e invenzioni fino a che succede “una cosa”. Una cosa strana di cui non si conosce la ragione ma che diventa la metafora di una malattia, di una difficoltà o comunque di una fragilità che anche ai bambini succede di dover affrontare.

E che può essere alleggerita dalla vicinanza di un amico. David comincia a perdere i petali dei fiori che ha tra i capelli, e insieme a questi svaniscono anche anche la sua allegria e la voglia di giocare. Un berretto nasconde la desolazione di rametti secchi e ispidi rimasti in testa, inquietanti per i compagni che per paura iniziano a stargli alla larga. Non il suo amico più caro che ha un’idea semplice ma efficace in grado di ripristinare (o quasi) la serenità di David. Almeno finché quel periodo buio non sarà che un ricordo. Perché l’amicizia è proprio questo, comprendersi e aiutarsi. Fare della propria presenza un risposta ai bisogni dell’altro. Una verità che anche i più piccoli sono in grado di capire e fare propria. Dai 3 anni

Una storia che nonni e genitori conoscono bene: al parco l’altalena è tra i più piccoli l’attrazione maggiormente gettonata. Una volta conquistata, mollarla è una bella impresa. Aspettando il proprio turno gli aspiranti al posto in coda scalpitano e rumoreggiano. Insomma, la regola sarebbe un po’ per uno, ma quando ci si diverte, si sa, il principio del piacere prevale. Orso è proprio uno di quelli che monopolizzano l’altalena, indifferente all’attesa e al nervosismo di chi avrebbe uguale diritto di salire, ovvero Cane, Tasso e Tartaruga. Finché arriva la minaccia di Cane di far intervenire i suoi cugini.

Gente dai modi spicci, come racconta Anselmo Roveda e dall’aspetto minaccioso convincente come li disegna Elisabetta Civardi in questo albo rivolto ai lettori piccolini, L’altalena di chi è? (Terre Di Mezzo; 12,90 euro). Quando i cugini arrivano ci si aspettano male parole e brutti momenti. Orso sarà costretto a scendere ma… niente paura, una soluzione metterà d’accordo tutti quanti perché, come recita il saggio detto, più si è, più ci si diverte. Dai 3 anni

Si può essere uno scoiattolo e avere paura di saltare da un ramo all’altro? Certo che sì, risponderebbe lo scoiattolo Maicol terrorizzato e bloccato alla sola idea di saltare nel vuoto. Del resto la paura di non farcela non si può negare. Certo quando si azzarda un salto nel vuoto può aiutare a tenere sotto controllo l’ansia ragionare su ciò che può accadere e sui rischi che si corrono. Perché è importante capire se si è attrezzati o se le supposizioni sui pericoli incombenti sono solo suggestioni. E difatti il fuoco di fila delle domande di Maicol ottiene dall’istruttore risposte pacate e puntuali.

Ma non basta: Davide Calì e Adalgisa Masella dimostrano in questo albo Salta! realizzato per Kite (17,50 euro) quanto importante sia avere accanto qualcuno che, invece di spingere semplicemente all’azione, incoraggia a concentrarsi e a credere in se. A trovare in se stessi la forza d’animo per agire e andare verso l’ignoto. Non è un caso che la parola coraggio rimandi per le sue origini latine a una forza che arriva dal cuore. Dai 3 anni

Molti ricorderanno la piccola Lucy Lupin protagonista di “C’è un leone in biblioteca!” l’albo di Skinner e Aurélie Guillerey(Gallucci), riedizione moderna del classico “al lupo al lupo!”. Bimbetta maliziosa e dispettosa, quanto irritante e sciocchina, divertita dall’evocare a ripetizione l’inesistente presenza di un pericoloso leone in biblioteca, Lucy finisce per diventare vittima del leone che un giorno si palesa proprio nel regno dei libri. I leoni non mangiano crocchette, di André Bouchard, uno dei maestri dell’umorismo francese (Glifo edizioni; 15 euro), si pone sulla stessa lunghezza d’onda di un umorismo che nulla concede al buonismo animale e al tranquillizzante lieto fine.

Sorridendo con ironia e un pizzico di crudeltà sulla sconsideratezza umana. Cos’altro aspettarsi infatti dalla decisione di Clementina, bambina ubbidiente che, ligia al divieto dei genitori di tenere un cane o un gatto, porta a casa un leone? Un leone è un leone. Punto. Così come il lupo è lupo, goloso di capretti, porcellini e di bambine. Affamato, non cattivo. L’espediente narrativo di Bouchard fa perno sull’equivoco umoristico tra quel che testo dice e l’illustrazione racconta. E cioè l’ide malsana di avere un leone per amico domestico, di accompagnarsi a un vero predatore che sa come guadagnarsi da vivere. Ovvero niente crocchette o scatolette di cibo, un leone se la cava benissimo da solo con robusti e improvvisi spuntini. Come? Contando sulla bontà degli umani… Dai 5 anni

Un titolo chilometrico per questo albo che cade a fagiolo nell’avvicinarsi della festa sempre a calendario della mamma, Perché la mia mamma deve andare a lavorare tutti i giorni, invece di restare a casa come piacerebbe a me e ai miei fratellini? Pubblicato da Emme Edizioni (14,90 euro) con le illustrazioni dal segno infantile di Chiara Carrer, queste pagine sono tratte dalla raccolta de “Il libro dei perché” di Gianni Rodari, uscito postumo nel 1984. Dall’agosto del 1955 con alcune interruzioni fino al giugno 1958 Rodari tenne una rubrica settimanale su l’Unità in cui rispondeva alle lettere con le domande dei bambini che gli ponevano.

Come si vede, il tema delle mamme che lavorano, era urgente ieri quanto oggi, tornato in tutta la sua complessità con l’avvento dello smart working. Con la sua vena ironia e lieve Rodari cercava di spiegare ai giovani lettori il ruolo importante del lavoro fuori casa delle mamme e non solo per il contributo economico importante per la famiglia. Di restituire al lavoro fuori casa delle donne un valore individuale e sociale, a distanza di tanti anni, non ancora riconosciuto in pieno. Una lettura per tutte le età.

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