In pagina va il palazzo delle meraviglie e l'allegra cena tra condomini
lunedì 16 ottobre 2017

La festa è all’ultimo piano ma non bisogna avere fretta di correre su perché dal piano terreno in poi ogni stanza è fatta per stupire e divertire. E merita una sosta. Questo libro, che è anche un lungo poster da appendere al muro srotolandolo e poi percorrendolo dal basso verso l’alto, si deve leggere con gli occhi. Una meraviglia da godere lentamente: guardarsi attorno in ogni interno, curiosare qui e là tra la miriade di personaggi, oggetti e animali improbabili, che chissà come sono finiti lì, è indispensabile. Il palazzo è a dir poco inconsueto, abitato da sirene, foche e marinai, gatti giganteschi e piccoli cervi dalle corna fiorite, giocatori di scacchi appassionati di orologi, bambine ghiotte di libri. Non è da meno al pianterreno l’incredibile negozio di cappelli parlanti che si affaccia lungo la via. Un palazzo delle meraviglie quello racchiuso in questo silent book Fino al cielo (Beisler editore; 15 euro) che si apre a fisarmonica in verticale per due metri e grazie a un margine con i centimetri è perfetto per misurare l’altezza dei bambini.

Ma per apprezzarlo bisogna aprire bene gli occhi e osservare con cura perché sono proprio le immagini zeppe di dettagli fantasiosi e stranezze a catapultare il lettore dentro altrettanti mondi fantastici. La storia che fa da cornice al tutto racconta di due bambini – lei vestita da cappuccetto rosso, lui da tigrotto – che di piano in piano consegnano biglietti d’invito per la cena comunitaria che saranno loro stessi a servire all’allegra compagnia che più eterogenea non può essere. “Buenos amigos” come si legge unendo le lettere impresse su ciascun piatto. Le eccentricità sono tante. Osservate bene l’oblò da cui spunta l’occhio del gattone, troppo ingombrante per sedersi a tavola: è una grande O che preceduta da una T e seguita da una M è la firma dell’autore, il giovane belga Tom Schamp. Una meraviglia per tutte le età.

Dai bohemini ai bohemini-mini il passo è stato breve per bohem press, editore che mette una particolare cura nei progetti destinati alla primissima infanzia. Il formato è sempre il quadrotto cartonato, facile da maneggiare ma resistente a qualsiasi assaggio e maltrattamento; sono invece cambiati il punto di vista e i protagonisti delle storie, perché si è ridotta l’età di riferimento dei piccoli lettori. Alla galleria di personaggi creati da Eric Battut – e chi sei li dimentica Lindo Porcello, Ugo Canguro, Cocco Ranocchio, Lupo Baldo & c.? – l’editore Bohem press ha affiancato questa raffinata collanina con un progetto editoriale chiaro e interessante rivolto a lettori da 0 a 2 anni: mettere il bambino al centro dei piccoli riti della giornata. Le prime esperienze di ogni giorno che il bebè può ritrovare fissate dalle immagini, semplici e colorate, e rivivere con gli occhi grazie alla voce dell’adulto che racconta e guida il suo sguardo. Ai primi due volumetti usciti in primavera dedicati alla nanna e al risveglio – “Buonanotte luna”e “Buongiorno sole” – si sono aggiunti ora Mangiamo! e Ci laviamo! (12 euro) che accompagnano il piccolino a ripercorrere il momento della pappa e quello del bagnetto. Sono mini-storie, persino micro-storie, che procedono analogicamente con un testo minimo di due parole che illustrano l’immagine della pagina di destra.

Tutti mangiano, tutti si lavano: l’uccellino, il gatto, l’orsetto, lo scoiattolo e il coniglio, il cane, il pesce rosso… finché in finale di storia arriva lui, il bebè, con bavaglia e cucchiaino, in cima al seggiolone o senza pigiamino pronto a immergersi nella vasca da bagno con spugna e paperella. Le ultime due pagine allargano l’orizzonte della scena agli ambienti familiari del bambino, la grande cucina dove si mangia insieme e in allegria con mamma e papà, la stanza da bagno con il papà all’opera. Le tavole di Paloma Canonica – giovane artista svizzera che con bohem press ha pubblicato l’anno scorso “Amici” - sono perfette, nelle forme e nel segno lieve delineato nei contorni, nei colori pastello tenui e caldi. Espressione di una gentilezza salutare per i bambini. Da 0 a due anni

Hervé Tullet si dichiara uno che non sa disegnare ma a cui piace scarabocchiare. Il suo intento principale, nei libri come nei laboratori consiste nel proporre linee, forme semplici e colori che poi affida ai bambini perché si divertano a mettere mano da soli al lavoro iniziato, in tutta libertà. Ha pagine lucide plastificate e resistenti tenute insieme da una grossa spirale questo volume che ha più l’aria di un quadernone di lavoro che non un libro vero e proprio come suggerisce del resto il titolo originale “The Big Book of Art”. La traduzione italiana Giochi d’arte (L’Ippocampo; 19,90 euro) fa un passo in più, rimanda a un mix di gioco e di creazione, come se l’una non si desse senza l’altro.

Ma basta iniziare a sfogliare per capire l’universo in cui si viene proiettati: macchie di colore in ordine sparso, pennellate, scarabocchi, punti e puntini, linee, chiazze e ghirigori mescolati a gocce cadute dai pennelli e pasticciate con le dita, lettere a caratteri cubitali. Proprio come fanno i bambini, con una semplicità che incoraggia al fare. Le pagine divise a metà, i fori, i tagli e i buchi dalle forme più diverse sono una strategia geniale perché consentono mescolanze, abbinamenti e combinazioni a proprio piacimento. Dai 3 ai 99 anni

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