martedì 2 settembre 2008
«Sbattezzo»: si cancella il proprio nome dal registro della parrocchia, come una eutanasia della fede, o della religione formale. I morti si cancellano dalla lista dei vivi anche in Comune. Concludendo il recente Convegno radicale di Bruxelles su Radio Pannella, tre giorni di "dibattito unanime" contro la Chiesa cattolica, una voce soave raccomandava lo "sbattezzo per tutti", che ieri "L'Unità" rilancia: annuncio in prima " "Spagna, nel paese degli sbattezzati" " e intera p. 11 con due pezzi entusiasti. Il primo " "Benvenuti nel paesino dove tutti si 'sbattezzano'" (ma con citazione falsa del testo di un vescovo, Ndr) " è dalla Spagna, nuovo mito dopo la Russia di Stalin e il secondo " "Anche in Italia si può, ecco come" " è la storia di Giorgia N., felice perché in un mese e mezzo ce l'ha fatta, ma vuole restare anonima e poi si meraviglia nel leggere nel decreto l'espressione "scomunica latae sententiae", che è esattamente ciò che ha chiesto. Va bene: libera "propaganda a fide". Però per una strana coincidenza che forse indica la resistenza della realtà, stessa "Unità", trovi in prima pagina due annunci sul Papa che difende gli immigrati e riceve la Betancourt, a p. 4 c'è l'intervista a Don Antonio Mazzi, la p. 6 è divisa a metà tra il Papa solenne " "E' un dovere accogliere gli irregolari" " e il vescovo di Lamezia Terme, la p. 8 racconta la Betancourt "pellegrina a Roma" e in penultima pagina il cattolico Francesco Cossiga ricorda all'"Unità" che la Betancourt non era prigioniera di extraterrestri, ma dei carissimi "compagni" colombiani. Anche la libertà chiede logica: talora invano"
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