sabato 7 settembre 2013
Si può sbagliare: capita anche a Malpelo. Se succede in buonafede, ci si corregge. Se non ci si corregge e si insiste, allora è malafede: da superbia pregiudiziale. Viene in mente, ma negli esempi seguenti forse la grandiosità del richiamo può sembrare ampiamente sproporzionata, la parola di Gesù sul peccato di «bestemmia contro lo Spirito Santo, imperdonabile» (Mt 15,31), da sempre inteso come «negazione volontaria della verità manifesta». Grossa premessa per due richiami... Da quasi sei mesi (cfr. qui 21 e 23/3/2013) Malpelo attende che Lidia Ravera, oggi politica di "cultura" ufficiale, riconosca che il suo attribuire al cardinale Bergoglio un giudizio sprezzante contro le donne era un falso, quindi una calunnia. Tra l'altro in questi sei mesi, anche oggi in pagina, si vede come Lui sia vicino alle donne… Invano! Meno grave, più evidente eppure mai corretto l'errore di Sdm sul "Foglio" (13/8, p. 1: «Sede vacante») ove a ruota libera si ironizzava sulla «vacanza da Papa… valigia in mano, un rasoio, due libri, tre magliette, manco il breviario per non complicarsi l'esistenza». Che dire? Che pur tra le righe si rivolge un'accusa, e falsa. Infatti il libro nelle parole del Papa era uno solo, «su Santa Teresina, della quale sono molto devoto», e subito dopo c'era «e il Breviario»! Già: anche il Breviario, che è vita ordinaria e ordinata di ogni prete cattolico… Talora la leggerezza, e soprattutto il far finta di nulla, risulta proprio pesante. Dispiace la facilità con cui qualcuno, magari su fronti ideali e politici opposti, la utilizza fuori luogo e poi, pur in ritardo e avvertito, continua a far finta di nulla. Cattivi esempi, e bipolari.
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