martedì 15 luglio 2008
Ieri pensosi Sergio Zavoli ("Unità", p. 1) ed Enzo Bettiza ("La Stampa", p. 1) sulla crisi della sinistra, anche riferendosi al "raduno" di piazza Navona. Quando la politica si sfilaccia ripiegata sui suoi litigi, "i cabarettisti" prendono tutto, ed essa si fa giacobinismo ove l'insulto volgare, in nome di una pretesa "libertà" impazzita, riservata allo spettacolo d'occasione, non trova confini, offendendo terra e cielo, tra Quirinale e Papa" Nel cortocircuito la politica vera non c'è più. Ne hanno scritto Galli Della Loggia sul "Corsera", e su "Repubblica" Curzio Maltese, intelligente quando non è al guinzaglio dei radicali e perciò non ce l'ha con la Chiesa cattolica. Ma ci ha pensato anche, sempre su "Repubblica", Michele Serra sostenendo che «satira e comicità sono cose troppo serie per dilapidarle in politica». Leggo, ricordo il tempo in cui la cosiddetta "satira" si è mescolata pesante alla politica e penso che mai come in questa circostanza «l'assassino torna sul luogo del delitto». Serra rievoca le avventure di "Cuore" e "Tango", supplementi satirici in cui egli con altri ha avuto spazio politico, ma non pensa neppure che proprio lì, in quell'andazzo apparentemente allegro può trovarsi la radice di tanti mali di oggi" Certa sinistra oggi sembra morente proprio per quell'intruglio che ha eroso le basi etiche dell'impegno. Lo prova, del resto, certa altra del tutto morta, ridotta al solo sberleffo. Domenica "Il Manifesto", "quotidiano comunista", si apriva " chiedo scusa " con queste precise parole: "Ultim'ora: Funari manda a cagare San Pietro". È il destino di tutta la sinistra?
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