venerdì 26 novembre 2004
Alla festa di san Baudolino, patrono di Alessandria, il direttore della locale Camera di commercio ha insistito perché ci fossero i ceci autoctoni, coltivati nel territorio e non d"importazione incerta.Il risultato è stato eccellente, ma soprattutto ha messo in luce come i sapori legati a una terra sappiano fare dei racconti. Lo stesso capitò con una minestra di ceci coltivati in Toscana, che dava un che di succulenza al piatto, davvero unico. Questo per dire che anche nella scelta di un legume bisogna stare attenti: uno ha un gusto annacquato, l"altro è originale. Con i ceci siamo abituati, spesso, a celebrare i morti. E difatti il 2 novembre è tradizione mangiare un piatto di minestra di ceci magari con l"aggiunta delle costine di maiale.Poi questo legume sembra sparire dalle tavole, per riapparire in qualche ristorante d"eccellenza che ce lo sottopone come «passatine» o purea di ceci, sulla quale adagiare un gambero o un pesce dalla carne delicata. Il risultato, straordinario, ha fatto la fortuna di un locale come il Gambero Rosso di San Vincenzo. Sarebbe poi ghiotto e semplice farsi un"insalata di ceci, condita con olio extravergine di oliva delle Marche, un poco di pepe e abbondanza di cipolla o aglio.La zuppa di ceci può essere condita con qualsiasi accostamento, ma se avete il forno in casa, non perdete l"occasione di fare una farinata. In Liguria e in Piemonte è diventato un piatto simbolo, uno di quei piatti da strada che nel tempo aveva preso il nome di «bellecalda». La sua fragranza, infatti, si apprezza solo se la farinata è calda. Secondo Emanuele Rossi, la vera ricetta genovese prevede un litro d"acqua e 250 grammi di farina di ceci. Il liquido dovrà essere fluente come un velo. Con l"aggiunta di sale si lascia a riposare per un"ora rimestando ogni quarto d"ora. Quindi si fa colare il liquido color crema su una teglia di rame tonda, cosparsa di olio d"oliva. Mettete in forno per una decina di minuti finché la farinata non prende consistenza e si colora di oro. A quel punto è pronta da mangiare, con aggiunta di pepe o rosmarino. Il vino, un Cortese di Gavi.
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