giovedì 18 febbraio 2010
Pare una «quisquilia» alla Totò, ma non lo è. Martedì a "Ballarò", dopo il solito penoso «comico» che sbeffeggia in diretta tutti i politici presenti, costretti a sorridere " ci sarà finalmente qualcuno che se ne va, o è già accluso il «consenso informato»? " parole solenni sull'etica dei giornali in un dialogo a più voci, tra le quali spiccavano Eugenio Scalfari via telefono e Concita De Gregorio, attuale direttore de "L'Unità". Per Scalfari «il direttore di un giornale è responsabile obiettivamente di quello che appare, e se pubblica una menzogna ne deve chiedere scusa». Applausi convinti da De Gregorio, che alle 23.10 circa proclamava: «Io da cittadina e da giornalista voglio sempre sapere se le cose sono o non sono vere». Parole sante, anche se laiche! E la non «quisquilia»? È nel fatto che "L'Unità" (10/2, pp. 4/5), in un ampio dialogo di redazione con Emma Bonino, ha pubblicato la sua affermazione testuale per cui nel referendum del 1981 «l'84% dei votanti» " cattolici compresi, sottolineava Bonino " «confermarono la 194», e quindi si schierarono con i radicali. È un falso totale che imperversa da 29 anni: infatti il referendum radicale, per l'abrogazione integrale della 194, fu bocciato con l'89% dei voti! Giovedì scorso lo segnalai qui, ma "L'Unità" e la di solito attentissima "Radio Radicale" hanno tatto finta di niente. Il «dovere di chiedere scusa» di cui parlava giustamente Scalfari vale solo per gli altri? E magari "una tantum" a De Gregorio non interessava «sapere se le cose sono o non sono vere»? Oppure " interrogativo bipolare " la campagna elettorale giustifica tutto?
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