giovedì 10 marzo 2016
«Coscienza morale, etica pubblica e società di giustizia». È il titolo della tesi di laurea di Salvatore Vito Candela, neo-dottore della specialistica in Filosofia, conseguita con lode alla Carlo Bo di Urbino. Salvatore è uno studente siciliano del tutto particolare. Nel 2007 si iscrive all'università, subito dopo aver ottenuto il diploma in Ragioneria. Il 23 febbraio, all'età di 71 anni, arriva l'abbraccio accademico in una piccola aula del parlatorio del carcere di Fossombrone (PU). Salvatore infatti sta scontando da oltre 20 anni una condanna all'ergastolo.«Un percorso di studi che è stato primariamente un cammino esistenziale», spiegano Daniela Bostrenghi e Graziella Travaglini, rispettivamente relatrice e correlatrice della tesi. Ecco quello che Salvatore scrive su "Mondo a Quadretti", il periodico del carcere di Fossombrone: «Ma si dirà, come è possibile che tematiche inerenti l'etica e la morale, vengano trattate da persone detenute per crimini che hanno calpestato i valori della vita? Nel mio caso il miracolo è stato possibile grazie all'amore per il sapere che modifica, converte etrasforma radicalmente l'esistenza. In questo modo ho riacquistato una dimensione di libertà nonostante la costrizione carceraria. La filosofia ha avuto una funzione terapeutica». E poi c'è la fede, coltivata anche grazie al cappellano don Guido Spadoni e «vissuta come atto di amore rivolto a Dio – conclude Salvatore – che si identifica in un ordine in cui non vi sono regole astratte ma esiste il bene dentro cui ogni essere umano vive e respira».
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