sabato 20 maggio 2017
Libri... Ieri ("Libero", Cultura) per George Duby: «Il matrimonio ha una storia travagliata. Per la Chiesa Adamo ed Eva copularono solo dopo la caduta» (sic!). Intelligenza o ridicolo? Ancora: "Repubblica" (pp. 31-32) sul Salone del Libro a Torino, e l'entusiasmo trabocca in religione: «Il Salone annuncia che la prossima edizione sarà sempre a maggio: come la festa della Madonna. Si può spostare la festa della Madonna? No! Non si può!». Pubblicità "anima del commercio", anche dei libri, ma così pare stravagante. E sul "Corsera" (18/5, pp. 38-39) fastosa «Anteprima del libro del fisico Carlo Rovelli»: un trattato sul tempo che «affronta la dimensione dell'universo che sembra lineare, ma non è come appare... Si ferma, riparte. Muore, torna. Viaggio nel (suo) zigzag». Traboccano immagini, parafrasi, entusiasmi come fuochi d'artificio. Un tempo stralunato? Rileggi e pensi alla storia del pensiero: da Platone e Aristotele a Spinoza – per lui tempo e spazio due attributi, i soli conoscibili tra infiniti, della «Sostanza divina» – e Kant – il tempo è un «modo della nostra conoscenza» – e ricordi che Agostino si interroga perplesso, e poi la marmorea definizione di Tommaso: tempo come «misura del cambiamento delle cose materiali». E ricordi che da... tempo Rovelli danza sul tempo. Nel 2012 al Festival delle Scienze (qui, 19/1) chiedeva: «E se il tempo non esistesse?». Di più: per lui scienza e fede, ogni fede, sono inconciliabili, come ragione e mito e «ragione e fanatismo» (qui, 22/3/2014, 27/10/2016, 11/5/2017) E allora, pur con tutto il rispetto, ti torna in mente il passo manzoniano: «...sulla piazza guardando al giocator di bussolotti, che, dopo essersi cacciato in bocca stoppa e stoppa e stoppa, ne cava nastro e nastro e nastro, che non finisce mai...». Per fortuna a Torino c'è anche altro!
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