RUSSIA: JULIA, SOLA SPERANZAUN'OPERAZIONE A GENOVA
lunedì 10 giugno 2002
 Julia, tre anni, sorride nella foto mandataci da padre Stefano Caprio, missionario italiano a Vladimir, 200 chilometri a Est di Mosca. È una bellissima bambina, ignara della condanna con cui è venuta al mondo: una rarissima malformazione della colonna lombare, esattamente «displasia spondiloepifisaria della prima vertebra lombare». Julia riderebbe, forse, nel sentire pronunciare una parola così lunga, e difficile come uno scioglilingua. Ma in quella parola è chiuso il suo destino: la bambina rimarrà per tutta la vita inchiodata su una sedia a rotelle, se non verrà operata al più presto.È un"operazione, spiega padre Caprio, difficile, e possibile solo a Zurigo, Amburgo o Genova, presso l"ospedale Gaslini. Un medico del Gaslini, vista la radiografia, si è dichiarato disponibile all"intervento. Ma come spesso accade, la disgrazia di Julia cade non solo in un Paese povero, ma in una famiglia in estrema difficoltà. La madre, Oksana, è stata abbandonata dal marito mentre ancora era incinta della figlia. Per seguire la bimba non lavora, e vive con i genitori. Il sussidio mensile della famiglia è di 460 rubli, circa 30 euro al mese (un chilo di carne costa almeno 20 euro). Una famiglia che stenta a mangiare, dunque, e una bambina in lotta contro il tempo: fra un anno potrebbe già essere tardi. La Fondazione Gaslini darà una mano, ma far venire in Italia la bimba e la madre, e prevedere un adeguato periodo di rieducazione postoperatorio, costa molto caro, una cifra inimmaginabile per questa famiglia russa. Occorrono, secondo i calcoli di padre Stefano, 25 mila euro, e al più presto (una somma tanto grande, in quella casa di Vladimir, che forse da sola, senza l"aiuto del sacerdote italiano, quella madre non avrebbe avuto nemmeno il coraggio di sperare).Ma sperare bisogna. E forse si è ancora in tempo. Se Julia viene operata al più presto, avrà una vita perfettamente normale. Non resterà per sempre immobile, prima nella sua piccola casa, poi, dopo la morte dei familiari, sola nella desolazione degli istituti per handicappati di un Paese povero. Chi desidera maggiori informazioni può rivolgersi al padre del missionario italiano, il medico professor Guido Caprio, allo 02.2362742, email guidocap@tin.it.Per le offerte è disponibile il conto corrente postale 15596208, intestato a Avvenire, «La voce di chi non ha voce», piazza Carbonari 3, 20125 Milano. Gli assegni devono essere intestati a Avvenire, «La voce di chi non ha voce». Si può effettuare un bonifico a favore di Avvenire, «La voce di chi non ha voce», sul conto n.12201 aperto presso la Banca popolare di Milano, ag.26 (Abi 05584, Cab 01626), specificando la causale del versamento.
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