giovedì 11 settembre 2008
Opposti estremismi vivi: non più come criminalità politica, rossa o nera, ma come visioni in pagina. L'altro ieri tre volte. "Il Manifesto" (p. 3) " "Nostalgie vaticane" " legge l'auspicio del Papa a Cagliari per «una nuova generazione» di cattolici che in politica servano «il bene comune» come «appoggio della Chiesa ufficiale al governo di centrodestra». E perché? Perché tra il Papa e il premier c'è stato un «cordiale incontro». Forse però il Papa incontra tutti "cordialmente"" E poi il pezzo ignora l'ammonimento di Benedetto XVI contro «i nuovi idoli dell'attuale società consumistica, successo e guadagno» che portano «a dar valore solo a chi ha fatto fortuna». Infatti non "quadrava" col pregiudizio. Brutto vizio! Diciamolo, "rosso". C'è anche l'opposto? Sì, sul "Giornale" (p. 38) titolo strillo: "Nonostante i preti rossi 8xmille alla Chiesa". Leggi e scopri che non solo "Famiglia Cristiana", ma intere diocesi «pullulano di pretini e pretoni» comunisti, che perciò osano persino chiamare "Cena" la Messa! Che dire? Come sopra: brutto vizio! Diciamolo, "nero". La terza volta? Sul "Mattino" (p. 19) c'è il filosofo Emanuele Severino estremista di centro, giacché tutto gira su di lui, che da 40 anni annuncia, e qui ripete, che «la direzione del mondo è tracciata con nettezza: la fine dei vecchi sistemi religiosi», in primis della Chiesa cattolica. Ad essa egli trova anche un nuovo difetto: le leggi che le piacciono «sono meno democratiche di quelle volute dai laici», anche se hanno la maggioranza. Si sa, per l'estremista Emanuele è democratico solo ciò che piace al filosofo Severino. Diciamolo, "grigio".
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