L'eredità di uno dei pionieri del monachesimo in Occidente
giovedì 28 febbraio 2019
Se alzasse lo sguardo ai monti, come recita il Salmo, l'Europa riscoprirebbe tra le sue vette e tra le sue vallate una fitta “rete di santità”. Così nel cuore del massiccio del Giura si trova l'eredità di san Romano di Condat, uno dei “pionieri” del monachesimo in occidente. Era nato attorno al 390 e all'inizio del V secolo era monaco nei pressi di Lione. Non soddisfatto della vita che vi conduceva lasciò il monastero e si avviò verso il Giura per vivere in completo romitaggio. Qui, qualche tempo dopo, venne raggiunto dal fratello rimasto vedovo, Lupicino, e dalla sorella, oltre che da altri affascinati da quella forma di vita. I fratelli fondarono tra monasteri: a Condat, a Leuconne e a La Beaume. Mentre Lupicino si mostrava più intransigente, Romano aveva un carattere più magnanimo e anche per questo viene ricordato oltre che per alcuni segni miracolosi. Morì nel 463.
Altri santi. Sante Marana e Cira, vergini (V sec.); beato Daniele Alessio Brottier, sacerdote (1876-1936).
Letture. Sir 5,1-10; Sal 1; Mc 9,41-50.
Ambrosiano. Sap 13,1-9; Sal 51; Mc 11,12-14.20-25.
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