giovedì 12 novembre 2009
Martedì ("Manifesto", p. 4) Matteo Bartocci sbrigativo: «La Chiesa ha due occhi: uno guarda al centro e uno a destra. Alla fine della sua lunga prolusione per la sessione della Cei dedicata (anche) al nuovo rito funebre cattolico Angelo Bagnasco " prova a dettare non solo l'agenda, ma anche i modi del confronto politico ""svelenire il clima" ed aprire subito un "confronto leale", privo di "matrici ideologiche"" Il clero italiano prova a giocare da protagonista nella trattativa col potere». Dunque al "Manifesto", nell'anniversario preciso del crollo del Muro, dall'alto della «matrice ideologica» sempre stampata in prima pagina, il compagno Bartocci ha capito tutto, evoca apposta «il rito funebre» e scrive leggero che il presidente della Cei «pare Montezemolo e invece è un vescovo», anche se poi annota che questo «vescovo» dice chiaramente che «la Chiesa non si riconosce " al servizio di qualche potere». Sintesi del seguito: il compagno Bartocci non tollera che «la scuola cattolica» si chiami «libera», che si pensi che «l'ora di islamismo ventilata da Gianfranco Fini» non sia cultura italiana, ma catechismo, che questa Cei voglia la libertà di coscienza e che difenda il crocifisso. Per lui è troppo! E non basta, perché ora " nientemeno: come la leggendaria sentinella dello sbarco in Normandia, Ndr " vede riemergere «la corazzata cattolica ruiniana». Infatti i vescovi parlano di «emergenza educativa» e dicono che «con Dio o senza Dio tutto cambia»! Bastano cose così per avere paura? Certo: sotto le macerie di quel Muro il fiato è corto. «Mamma mia che 'mpressione!» Sordi: ma con la minuscola.
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