venerdì 19 dicembre 2008
"Corsetti stretti e seni piccoli" ("La Stampa", 17/12, p. 39). Umberto Eco sui "Destini del sacro" afferma che la religione «deve essere compresa dagli umili, altrimenti non assolverebbe la sua funzione», che è di tenerli buoni. Incrocio "alto" tra Marx (oppio dei popoli) e Gentile (ideologia per ignoranti). Scopri anche che per Eco l'«io sono colui che è» dell'Esodo (3,15) è solo formulazione di un «concetto di Assoluto» metafisico, non rifiuto di autodefinizione e affermazione di presenza: «Io ci sono, e sono con te, vai dal Faraone!». L'Umberto è fermo alle vecchie tesi positivistiche del sacro "numinoso" che desta «meraviglia, stupore, sbigottimento e terrore»: roba di un secolo fa. Non è bello esibire ritardi, pur con grande maestria, e spiace. Spiace anche, stessa "Stampa" (p. 36), scoprire che Lucia Annunziata ancora non sa che per legge in Italia la scuola non statale non è " come scrive " «vera concorrente al sistema pubblico» scolastico, ma ne fa parte e che, al contrario di quanto scrive, «in tutti gli altri Paesi» europei lo Stato sovvenziona le scuole non statali. Parafrasando due volte Totò: «"Si informino!» Spiacciono meno altre conferme di pregiudizi e ignoranza. Ieri "Liberazione" (p. 1) difende il "coraggioso" Gianfranco Fini. "L'Osservatore" ha scritto che «è uno degli eredi del fascismo»? Assurdo: «è come se si dicesse del Papa che è erede dell'Inquisizione». Strano: lo si dice di continuo, fresco fresco, ieri, lo scrive Andrea Camilleri sull'"Unità" (p. 18) che sempre accusando la Chiesa a p. 17 per due volte rievoca «l'Illuminato (sic!) manzoniano». È mancata la luce!
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