venerdì 19 luglio 2013
Ritardi, scusabili e no. Sul "Corsera" (17/7, p. 29: «La Chiesa di Papa Francesco occasione per l'Italia») sorprende quello inaspettato di Sergio Romano che ancora oggi, 2013, pensa che «la Chiesa» per essere libera anche in Italia di dire la sua su problemi di natura morale come lo è p.es. negli Usa, deve rinunciare al Concordato e al Trattato (1929 e 1984). Dire che così la pensano anche altri "saggi" illustri, da noi, non è giustificazione, ma presa d'atto che certi "ritardi" sono contagiosi. Ritardo anche quello di Lidia Ravera che ieri, sempre "Corsera" (p. 35), replica al "Foglio" che il giorno prima (p. 1) le rimproverava parole insultanti del 2004 contro l'illustre donna, Condoleezza Rice, mettendole sullo stesso piano delle parole di oggi di un politico illustre contro un'illustre ministra. Replica immediata, con riconoscimento di diversità. Stessa Ravera, invece, qui più volte segnalato, in ritardo nella mancata smentita all'attribuzione falsa di parole mai pronunciate contro le donne da Papa Francesco, subito dopo la sua elezione. Si spera ancora in un passo indietro, vero? Altri ritardi, diversi e importanti ieri, ma superati p. es. su "Foglio" (p. 1: «La vita e altre "guerre de Dios"») e "Italia Oggi" (p. 12: «Il Papa come i due predecessori») che solo dopo 4 mesi cominciano a convincersi che sui temi essenziali della "dottrina" morale cattolica – vita, matrimonio e famiglia p. es. – Papa Francesco non è meno deciso di altri Papi, ma appare differente per metodo, linguaggio e sottolineatura delle distinzioni tra teoria e realtà, dottrina e pastorale. Nessun passo indietro sulla verità, ma accostamento fraterno ai drammi di tanti nostri fratelli. E tanta fiducia nella forza della "Parola" davvero del Signore, e nell'esempio di chi ha il dovere di annunciarla.
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