sabato 7 dicembre 2013
“Corsera” (27/11, p. 17) Emanuele Trevi: «Nostra Signora laicità. La tentazione (fraintesa) dei Cugini d'oltralpe». Hai letto e sei rimasto senza fiato. In Francia lunedì prossimo celebrano la "giornata della laicità", ma Trevi dissente seccamente: «Un vero laico non può che storcere il naso. A sostituire una religione con un'altra si rischia solo di far rimpiangere amaramente quella che è stata spodestata». D'accordo, ma eccolo spiegare cosa dev'essere la laicità: una realtà ove «le forme della convivenza sono stabilite dalle leggi» decise solo dagli eletti che «hanno ricevuto mandato ufficiale», ma «non debbono esistere suggeritori esterni di nessun genere». Gli eletti decidono, ma guai se ascoltano qualcun altro! In Francia hanno, sì, esagerato, ma per Trevi – ecco il punto – in Italia siamo alla follia. E perché? Ovvio: perché ci sono «suggeritori esterni»: e interferiscono «concezioni metafisiche del tutto opinabili»! Scandalo: «la stessa idea di un politico cattolico, o di un politico buddista o shintoista mi sembra tremendamente nociva». E chi rimane? Tu, ma sbalordito, mentre Trevi evoca persino «le pernacchie». Absit iniuria verbis: l'idea…fa acqua da tutte le parti.
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