mercoledì 19 maggio 2021
«Ti senti attirato in questo flusso di apribilità, implicato nella continua mobilità degli ambienti, come sgranati l'uno dall'altro, spiazzato e modificato da questo punto di fuga inarrestabile sull'ignoto, fatto di stanze luminose e vaste, sgabuzzini, passaggi sotterranei o sopraelevati che rallentano l'andatura, costringendoti a procedere con circospezione, se non addirittura carponi». Nell'arco di una riflessione a tutto sesto sul mistero gaudioso dell'Avvento, Ivan Nicoletto, segue l'invito di un artista tedesco – Gregor Schneider – a osare di entrare nel corpo della sua opera, ossia della sua casa, che egli riproduce nell'ambiente dove espone. Si tratta di un'autentica esperienza di "avvento", alla scoperta di quanto si apre nell'intimità di quella casa che è come la «pelle di un corpo che ci delimita, che ci dà riparo, ci singolarizza». Un viaggio metaforico che, da ciò che è in superficie, fa scendere nell'"abisso del cuore", in un percorso simile a quello in cui accompagnano i Salmi, verso gli estremi, irraggiungibili, confini dell'anima, dove si avverte una riserva d'infinito. In noi, infatti: «vibra uno spirito, un'immaginazione creatrice che abita i confini, che crea varchi anche là dove si pensa che ci sia un muro».
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