martedì 28 marzo 2017
Ieri (“Corsera”, Cronaca di Roma, p. 3): «Viene giù un altro ascensore... ferito un trentenne» e sotto «L'invenzione» si offrono notizie sulla storia degli ascensori. Leggo: «Nel 1889 il debutto sulla Tour Eiffel». Sorpresa! Nel 1895 Santa Teresa di Lisieux parlando della «novità» dell'ascensore scrive a Gesù che da sola non potrebbe mai salire le scale della santità e quindi invoca: «Il mio ascensore saranno le tue braccia, o Gesù. Sii tu stesso la mia Santità!». Bel riscontro di cronaca! Ne arriva un altro di contenuto: nelle sue “Preghiere” (Piemme, 1997, p. 227) Martin Lutero si rivolge al Padre: «Fa che diventi mio il tuo Figlio unigenito, che sia Egli la mia giustizia, la mia santificazione e la mia salvezza!». Riscontro felice e bella convergenza, pur non dimenticando le tante differenze. E c'è spazio anche per gli scontri. Prima e dopo la giornata di Milano stupefatta dalla presenza e dalla parola di papa Francesco segnali di rifiuto e scetticismo. Ironica (“Manifesto”, 27, p. 1) ma a favore di Francesco la vignetta-dialogo: «Vogliamo un'Europa unita, democratica e solidale», con replica diffidente: «Chi te le mette in testa 'ste cose: Papa Francesco?» Scontro secco invece sul “Giornale” lancio e interno: «Papa Bergoglio e l'Europa... Il nuovo ruolo di Francesco... Il diffidente: ma su confini e povertà non convince». Beh! Che qualcuno – magari uno su un milione – non sia convinto non è grave, anche perché certe domande paiono per lo meno ingenue. Esempio: “Italia Oggi” (23/3, p. 2): «Ma il Papa conosce i meccanismi economici?». Dirli «meccanismi» significa che non c'è altro da fare? Non accettarli non significa non conoscerli, anzi... E ancora un ri-scontro più grande: 50 anni orsono Paolo VI scrisse la Populorum Progressio e sui muri di Roma un manifesto lo insultava così: “Maolo VI!”. Qualcuno è ancora lì: si svegli!
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