venerdì 29 agosto 2003
Tutti i pensieri intelligenti sono già stati pensati; occorre solo tentare di ripensarli. Induce a meditazione questo detto annotato dal grande Goethe nelle sue Massime e riflessioni. Ormai è da secoli che l'umanità, con l'affinamento sempre più alto della ragione, ha perlustrato l'orizzonte
che le si dispiegava innanzi. La sua forza è grandiosa ma non onnipotente e onnisciente: rimane sempre un altro orizzonte trascendente verso il quale s'inerpica ma che non potrà mai esaurire. Potremmo discutere sul fatto che «tutti i pensieri intelligenti siano già stati pensati», anche se è vero che vasta ed emozionante è l'avventura finora vissuta dalla ragione umana. Ma Goethe, a mio avviso, ci offre comunque un'indicazione preziosa, per altro sempre seguita dalle menti autenticamente intelligenti. È necessario «ripensare» ciò che è già stato da altri pensato. È importante, perciò, ritornare sempre sui classici, meditarli, scavare nella loro ricerca e nei loro risultati perché sbocceranno sempre nuovi fiori da quel terreno coltivato. La stessa cosa vale per i libri. Non so più chi avesse coniato quel detto: «Dimmi cosa rileggi e ti dirò chi sei». È necessario tornare sulle pagine che ci hanno illuminato perché potranno generare nuova luce. Questo vale in modo tutto particolare per la Bibbia che, come diceva san Gregorio, cresce quanto più la si legge. Ma per ripensare e rileggere è necessario prima di tutto - e non è un'ovvietà - pensare e leggere. Sono attività ritenute sempre meno necessarie ai nostri giorni ove tutto è già confezionato, liofilizzato e omogeneizzato. Una ricerca paziente, uno studio serio e severo, un alone di silenzio e di interiorità: sono queste le condizioni che il pensiero e la lettura esigono e che si ritrovano così difficilmente nello stile di vita contemporaneo.
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