giovedì 2 aprile 2020
Blog “Fatto quotidiano” (28/3): «Coronavirus, sparisce la religione... regna la scienza». Sul venerdì a San Pietro. Ma la distinzione tra “fede” e “religione” è da tempo consueta nella teologia cattolica ed evangelica. Le varie “religioni” nella storia nascono dal deficit di conoscenza della natura e dal bisogno di dominarla, e si articolano in “miti” e “riti” che nella visione ebraica e cristiana non hanno spazio. Nella religione che diremo naturale l’uomo parla e chiede alla divinità soluzione di problemi di conoscenza e di potere. Perciò la divinità delle religioni è esattamente l’opposto della realtà dell’uomo che per questo la invoca. L’uomo “deficiente” di conoscenza e potere le parla e chiede la risposta: invano! Invece il Dio della fede ebraica e cristiana è Lui che parla all’uomo che «ascolta» e accoglie nel suo silenzio “obbediente” anche nel vuoto apparente della sua condizione indigente. Sembra un vuoto, ma la pretesa di “vedere” la pienezza della divinità è uno sguardo accecato: «Tu non hai visto alcuna immagine!» (Dt. 4,12). Torno a quella piazza. “L’Osservatore” titolava: «Piazza San Pietro non è mai stata così piena»! Pienezza: «Incollati alla tivù 17,4 milioni di italiani», e già “Fatto quotidiano” (27/3, p.16): «Tv2000 oltre il 13% di share»! Il tutto poi anche in mondovisione. Diversi i toni dopo l’evento. Sul “Foglio” (27/3, p.5) titolone «La nostalgia di Dio: come si può vivere la fede ai tempi della pandemia». Ultimo: “Panorama” da ieri in edicola sulla pandemia. Ora alla fame esistenziale dovrebbe rispondere il Cristianesimo: «Quando torneremo guardinghi all’aria aperta ci vorrà altro, non basterà Internet. Ci vorrà Ethernet». Qualcuno dirà all’intellettuale che “Ethernet” nella fede della Chiesa di sempre, che è quella di oggi, c’è già da quella Domenica: solo due giorni dopo il venerdì della Croce: unica “immagine” di salvezza per sempre, quella sera davanti a Francesco.
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