martedì 26 ottobre 2010
Domenica "Unità", citazione in fascia rossa lassù in prima pagina: "Molti parlano dei poveri, ma pochi parlano con i poveri". Tu di rimbalzo ricordi che tra quei "pochi", in realtà quasi tutti, sono i vicini a Madre Teresa di Calcutta, che ha scritto quelle parole. Varrebbe la pena che, "Unità" e dintorni, parlando spesso con toni critici di Chiesa e cattolici, non si dimenticassero missionari e missionarie cattolici " più di un milione di persone, e domenica era proprio la Giornata missionaria mondiale " che non parlano "dei" poveri, ma sono gli unici che vivono "con" loro e, anche da queste parti "per" loro parlano a tutti, anche ai tanti che parlano dei poveri, ma si guardano bene dall'accostarsi ad essi. Altro rimbalzo: stesso giorno sul "Corsera" a tutta p. 11 sulla crisi italiana un uomo politico notissimo, in nome di «una maggioranza silenziosa» che ne sarebbe «stufa» descrive «questo Paese immobile e rissoso» come se lui arrivasse da un altro pianeta, ma " evidenziato anche nel sottotitolo " denuncia duro «la crisi terribile della Chiesa» perché un ecclesiastico ha fatto discutere con una frase mal compresa. Forse più che "della Chiesa" che in duemila anni ne ha superate tante, oggi la "crisi terribile" è della società civile e politica: di tutti. Ultimo: "Riformista" sabato (p. 6) rubrica "La madre badessa", si parla di «un altro bambino ucciso e abbandonato in un cassonetto». La conclusione è secca: «soprattutto non dite che l'aborto sarebbe stato meglio: sarebbe morto lo stesso, e non l'avremmo saputo». Giusto soprassalto: "soprattutto" vale la pena di pensarci!
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