domenica 25 marzo 2018
Jean Marc, ventenne della Costa d'Avorio, ha trovato il portafogli con soldi e documenti nello spogliatoio della squadra in cui gioca. Era di un avversario
Jean Marc M'Boua, 20 anni, fuggito dalla Costa d'Avorio

Jean Marc M'Boua, 20 anni, fuggito dalla Costa d'Avorio

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«Perché l’ho fatto? Perché mi sembrava normale. Mi sono sentito orgoglioso di poter portare quel portafogli di persona, senza lasciarlo in Questura. C’erano dei soldi dentro e sarebbero senz’altro serviti al proprietario». Jean Marc M’Boua ha 20 anni ed alloggia in un centro di accoglienza di Prato, dove è arrivato l’anno scorso scappando dalla guerra e dalla povertà della sua Costa D’Avorio. La Vaianese Impavida di Vernio lo ha accolto nella sua squadra e lui attraverso il calcio sfoga la sua passione nel campionato di Eccellenza toscana ed impara ad integrarsi. La società lo accompagna e lo riporta in pullman e gli dà un piccolo rimborso spese. Domenica pomeriggio, dopo la partita con la Folgor Marlia, quando tutti sono andati già via, trova un portafogli nello spogliatoio.

Lo apre e legge il nome: Andrea Della Maggiora. È un giocatore della Folgor Marlia, che nel frattempo si era già accorto di averlo perso. Senza dire niente a nessuno, Jean Marc prende il primo treno per Lucca, scende alla stazione e comincia a cercare la via scritta sui documenti. Lo fa a piedi, facendo su e giù dallo scalo lucchese, complessivamente per 10 chilometri fino alla frazione di Capannori dove la Folgor gioca: «Mi dicevano di andare in Questura, ma io volevo darglielo di persona – dice Jean Marc – e poi non mi spaventava di certo camminare a lungo, anche perché nel frattempo avevo anche mangiato un po’. Non avevo soldi, ne ho presi un po’ da quel portafogli, la mia idea era di dirlo al proprietario a cui l’avrei consegnato».

Giunto al campo, cerca Della Maggiora e gli riconsegna il portafogli. Il giocatore lo abbraccia, lo ringrazia con 50 euro e lo riporta alla stazione: «Il gesto che ha fatto questo ragazzo – dice Della Maggiora – è un esempio, per me e per tutti noi. Quanti avrebbero fatto come lui?».

Per Jean Marc, che attualmente è richiedente asilo, le ricompense potrebbero però non essere finite. Il padre di Della Maggiora, David, è infatti il direttore commerciale di un importante gruppo di contenitori per alimenti con sede a Cremona e quando viene a sapere della vicenda telefona di persona al ragazzo. Dall’estero, dove si trova per lavoro, fa sapere che «vorrei premiarlo, perché è stato un gesto da persona seria e matura, non siamo preparati, per questi gesti. Se ha voglia di salire fino a Cremona, vorrei presentarlo al nostro responsabile delle risorse umane: non essendo io il proprietario, non posso purtroppo assumerlo direttamente, altrimenti lo farei. So che sta regolarizzando la sua posizione: siamo rimasti in contatto, lui ha detto che mi chiamerà quando è pronto». Jean Marc M’Boua sorride: «A Cremona? Ci vado di corsa, se può cambiare la mia vita».

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