sabato 7 giugno 2014
«Il valdese Ricca contro Bergoglio»: brutta e strana «sorpresa» in un titolo ieri. Su Riforma, Paolo Ricca, che conosco e stimo da 40 anni, scrive su parole del 1985 dell'allora arcivescovo di Buenos Aires a proposito di Riforma protestante e America Latina: «Calvino molto peggio di Lutero». Un errore ripubblicarle senza alcuna spiegazione. Non discuto qui le ragioni di Ricca, ma noto che qualcosa non va nella sua sorpresa, ove leggi tra virgolette addirittura che per Bergoglio «Calvino è un boia spirituale». Lessico forte e originale tradito. Nel testo del futuro Papa leggi in realtà che, esaltando la borghesia come privilegiata da Dio, Calvino «decapita il popolo di Dio dell'unità col Padre», perché i poveri in quella visione non sarebbero figli prediletti. Chi ha letto Max Weber su Riforma e capitalismo capisce che, pur severo e netto, non è giudizio arbitrario. «Sorpresa» che colpisce, dunque. Perché è un rischio, e spesso anche un serio errore, ripubblicare quasi 30 anni dopo testi altrui e inserirli in contesti nuovi. Un esempio? Lutero, 1510: «Appena vidi Roma mi inginocchiai, levai le mani al Cielo e dissi: ti saluto, Roma santa. Sì, resa santa dai martiri…». E 1519: «Santissimo Padre, mi prostro ai suoi piedi e mi consegno a lei con tutto ciò che sono e possiedo (…) Desidero conoscere la sua voce come quella di Cristo che in lei regna e parla»: ancora così… Due anni dopo le tesi di Wittemberg!
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