mercoledì 8 febbraio 2017
Quando si parla di rifiuti in Italia la mente corre facilmente alla Terra dei fuochi o alle immagini di cassonetti stracolmi delle città in emergenza. È così, ma è solo una piccola parte di realtà. Negli ultimi 20 anni in Italia è cresciuta la raccolta differenziata (+38,6%) sono diminuite le discariche (-54%) e la green economy è diventata sempre di più la nuova economia, con il fatturato delle imprese di questo settore che è arrivato a 50 miliardi. Sono interessanti gli spunti offerti da un bilancio a 20 anni dal decreto Ronchi, i cui risultati sono contenuti e discussi in una pubblicazione «La riforma dei rifiuti», realizzata dalla Fondazione per lo sviluppo sostenibile.
Il quadro negli ultimi due decenni è cambiato: nel 1997 finivano in discarica l'80% dei rifiuti urbani (21,3 milioni di tonnellate), la differenziata era sotto al 9%; mentre nel 2015 i rifiuti urbani che finiscono in discarica sono scesi al 26% (7,8 milioni di tonnellate), e la raccolta differenziata è arrivata al 47,6%, con il riciclo e recupero di materia dei rifiuti speciali passato da 13 milioni a 83,4 milioni di tonnellate. Per le 6 mila imprese della green economy dei rifiuti il fatturato arriva a 50 miliardi di euro. Ma non solo: da un'indagine Ipsos – promossa dal Conai, il Consorzio nazionale imballaggi – emerge che il 93% degli italiani considera la raccolta differenziata «un'utile necessità» e «il 91% che la mette al primo posto tra i comportamenti anti-spreco e le buone abitudini ambientali».
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