martedì 9 luglio 2013
“La prima enciclica di Francesco, col contributo del suo predecessore… Grande interesse. Domenica su “Repubblica” (pp. 1 e 25) a lungo Eugenio Scalfari: «Le risposte che i due Papi non hanno ancora dato». Tra le cose di «questo weekend estivo» – politica, economia, drammi del Medio Oriente – l'appassiona di più l'enciclica che «tocca il punto centrale della dottrina cristiana», la fede, argomento «affrontato» da «ogni Papa». Leggi e acconsenti, ma ecco subito la doccia fredda: «È singolare il fatto che il Concilio Vaticano II il tema della fede non lo abbia affrontato» Resti incredulo: nei testi del Concilio – cfr. per esempio Deretz-Nocent, “Dizionario dei testi conciliari” (Queriniana, 1966) – le citazioni che trattano della fede sono centinaia e centinaia. Vai avanti, ma le stranezze continuano. Scalfari per esempio si meraviglia che «Francesco basi gran parte del suo documento sul quarto Vangelo» con questo testuale ragionamento: se davvero esso è di Giovanni Apostolo, questi lo avrebbe «scritto tra i suoi (anni) 80 e 90, il che sembra francamente improbabile». Come fai ad andare avanti, pur con rispetto, senza pensare che Eugenio Scalfari è dell'aprile 1924, e cioè l'anno prossimo festeggia «i suoi 90»? Un articolo «improbabile»? Insomma: leggi e ti accorgi che le domande che non ci sono, perché solo sottintese, sono quelle che da quasi un secolo e mezzo secolo certa critica che si pretende la sola “storica” e “scientifica” pone a tutto ciò che sa di fede e Chiesa. “Risposte” già date: sono anche nel Vaticano II, in tantissimi volumi scientifici di grande valore e soprattutto nella vita di tanti credenti. Allora niente da fare: chi legge testi nuovi, ma sempre come se li avesse già letti non avrà mai risposta, perché non fa mai le vere domande.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI